Le femministe italiane hanno ignorato la scomparsa di Saman, per evitare di confrontarsi con le conseguenze dell’immigrazione. Dunque non stupisce che, in Italia, si cerchi di sorvolare sulle dichiarazioni di Kamala Harris per avvertire i potenziali migranti latinos che gli Usa li ricacceranno indietro. Mica male per una vicepresidente statunitense di origine asiaticogiamaicana. Che, generalmente, viene semplicemente definita afroamericana perché gli indiani non sono particolarmente apprezzati dal politicamente corretto.

Ovviamente i media italiani di servizio si sono premurati di precisare che Harris ha sottolineato che è meglio restare a casa propria poiché gli Usa stanno pensando ad aiuti da spedire nei Paesi dell’America Centrale. Sino ad ora gli aiuti nordamericani sono consistiti in colpi di stato, eliminazioni di personaggi scomodi, concorrenza sleale per distruggere le economie dei Paesi schierati contro Washington. Una strategia che ha coinvolto più i democratici che i repubblicani.
Ma anche se fossero sincere le parole di Kamala Harris, non ci sarebbero molte differenze rispetto a ciò che l’Europa fa già con l’Africa. L’Europa aiuta in modo consistente l’Africa, non si limita a promettere come fanno gli statunitensi. Però i partiti immigrazionisti di casa nostra, dopo essersi entusiasmati per la vicepresidenza di un’afroamericana – dimenticando, da copione, ogni riferimento all’India – pretendono che i soldi europei vadano nel Continente Nero mentre gli africani devono viaggiare in direzione opposta.
E chissenefrega se, in questo modo, si tolgono risorse umane preziose ai Paesi africani che ne hanno estremamente bisogno.
Ma, soprattutto, chissenefrega dei latinos. Che agli afroamericani non piacciano i latinos non è certo una novità. Ed i servi italiani, immancabilmente, si adeguano. Così fanno anche professione di cancel culture nella convinzione che i latinos abbiano a che fare con l’impero romano. Le civiltà precolombiane sono un mistero per gli adepti del politicamente corretto.

Perché ci sono migranti e migranti. Il pensiero unico obbligatorio distingue il colore della pelle, la lingua, le tradizioni. Mica si possono infastidire gli afroamericani con la presenza di discendenti dei Maya, degli Incas, degli Atzechi. O, Dio non voglia, degli Spagnoli. Per fortuna gli italiani in Sudamerica non si spostano verso Kamala. Così non si imbarazzano i servi italiani che prendono ordini da Washington e che si impegnano per evitare che gli emigrati italiani cerchino di tornare a casa.