Dunque, lo so… Ne parlo, praticamente, tutti gli anni. Talvolta la Vigilia. Talvolta, come questa, il giorno stesso dell’Epifania. Monotono, ripetitivo, forse. Ma tale è il Tempo, che si riavvolge sempre su se stesso, come Ka, il grande serpente di Kipling. Per cui le Feste, i nodi della ruota dell’anno, ritornano sempre. E con loro, inesorabile, torna la Befana.
Però, rivedendo il mio archivio – in pratica lo smartphone – mi rendo conto che, su questa figura che chiude le Feste Solstiziali, ho già scritto un poco tutto e il contrario di tutto.
Ho parlato del suo aspetto da vecchia strega, che però vola con la scopa rovesciata e con un fazzolettone in testa, niente cappello a punta come per le sue colleghe di Halloween… Ho detto della tradizione, o meglio le tradizioni popolari che si perdono nel Medioevo. E che affiorano in letteratura già nel Rinascimento, con versi del Berni e del Fiorenzuola. Per dare inizio a una interpretazione colta e letteraria che arriva al Pascoli. E prosegue…
E ho cercato di raccontare le corrispondenze con altre figure meno famose, fuori dall’area culturale italiana. Figure come Perchta e Bertha nel mondo germanico. Che hanno, però, tratti orribili. Da gigantesse feroci. Mentre la nostra è, tutto sommato, simpatica e bonaria. E ama il vino. Molto italiana, direi..
E mi sono messo a filosofare sulle origini pre-crristiane, romane, Strenia, Abundia, epifanie tutte di Diana, la Luna. Che però appaiono belle e sensuali. Per rappresentare la rinascita della natura. Mentre la Vecchia si lega alla fine dell’anno passato. In fondo il 6 gennaio era il Capodanno, per gli antichi Egizi…
Ed ho tirato in ballo persino “La dodicesima notte”, forse la commedia più erotica di Shakespeare…
Per cui…Che mi resta stavolta da dire. Da raccontare?
E infatti stavo pensando di saltare il giro. Ma ieri sera mio figlio mi ha detto una cosa che mi ha fatto pensare.
Preciso che mio figlio alla Befana ci crede ancora. A Babbo Natale no. O non più tanto, comunque. Ma alla Befana vuole crederci. Gli è simpatica.
Comunque, ieri, come dicevo, mi fa all’improvviso
“Ma questa Befana, come fa a visitare tutte le case, volando sulla scopa? Non rischia di congelare?” poi, dopo una pausa “E come fa a orientarsi al buio? C’è poca luce stanotte..”
Niente di che, certo. Non stiamo parlando di Hegel. O Schopenhauer. Anche se di quest’ultimo di recente, incredibile ma vero, ne abbiamo parlato. Ma qui stiamo parlando solo delle fantasie di un bambino che sta per diventare adolescente. Fantasie sulla Befana…
Eppure…
Eppure mi sono ritrovato qui. In terrazza. A notte fonda. A guardare il cielo, a fumare la pipa. Non è proprio gelido, ma è freddo. Umido e fastidioso. E la luce davvero poca. La Luna ha da poco iniziato il suo primo quarto. E l’anno si è aperto col Novilunio. O, se volete, con la Luna Nera.
Deve fare freddo davvero lassù, in prossimità delle stelle.. Ma la tenebra deve anche avere una, incredibile, tersità. Limpida come uno specchio scuro. Lo specchio delle streghe. Per restare in argomento.
Comunque la Befana vola bassa. Rasente i tetti. Se ci fosse più Luna, forse…
È una fantasia. Una di quelle legate alle memorie dell’infanzia. Ai racconti. Alle fiabe. Ve ne sono tante intorno a questa Notte. Forse la più magica dell’anno. Perché è la Dodicesima. E il dodici è numero perfetto.
Tante storie. La Befana, il suo volo nel cono d’ombra della Luna. Il sorriso di Diana, dietro alle parvenze della Vecchia Strega… Il bicchiere di vino sulla tavola, posto secondo il rito. Il ricordo dei falò. I Pan e Vin, e il sapore della pinza. Di cui avverto, sempre più acuta, la mancanza in questa veglia. E poi…
Ah , e poi gli animali che in questa Notte…parlano.
Assurdità. Mi dicono che è assurdo. E che dovrei smettere di raccontare queste fole a mio figlio. Dovrei fargli mettere i piedi per terra. E cominciare con il metterli io… Scuoto la testa. Forse… sto sbagliando tutto. In questo come nel resto.
“Ma no, dai… Io ti conosco da anni. E in fondo non sei proprio tanto male…”
Non è la voce di mio figlio. E in casa siamo soli. Mi giro. Nessuno. Forse è colpa del Barbera con cui ho accompagnato le lasagne..
Poi.. vedo Birbo in piedi sulla poltroncina di vimini. Sembra sorridere, con quel sorriso, particolare e furbo, proprio dei gatti.
E improvvisamente mi sembra di avvertire, nel cielo, una risata femmile…
Buona Epifania.