Dunque, scrive Dostoevskij…
Ah, ma allora lo fai apposta! – dirà prontamente qualcuno – Tutta sta fregola di parlare di Dostoevskij è voluta. Una provocazione!
Beh, prendetela come vi pare…ma l’autore de “L’idiota” – titolo che si adatta come un abito su misura agli artefici di certe polemiche (pseudo) intellettuali – è sempre stato, per me, uno dei pilastri fondanti della, cosiddetta, modernità. O meglio del dubbio – tormentoso, atroce, divorante – sulla sua realtà. E consistenza. E di questo ho già scritto. Per altro ben prima che Vladimir Putin si decidesse a dare fuoco alle polveri. Che poi parlare di Dostoevskij, oggi, dia fastidio agli zeloti del gran banale mediatico, agli alfieri del novello politically correct, che omologa (pseudo) destra e (pseudo) sinistra…beh, per me diventa un incentivo a tornare a parlarne…
Dunque, Dostoevskij scrive che l’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza il pane…ma non potrebbe più vivere senza la bellezza. Perché, semplicemente, non avrebbe più ragione alcuna di stare al mondo…
E, poi, chiosa: tutto il segreto è qui. Tutta la storia è qui.
La storia dell’uomo come storia della…bellezza. Pensateci…è una prospettiva insolita. Eppure, affascinante. La storia umana, o meglio l’intreccio di destini, vicende di popoli, uomini, leggende che chiamiamo storia, è, in fondo, storia della bellezza. O meglio, la bellezza, la sua ricerca, ha dato un senso a tutto questo. A quel coacervo per altri versi bruto, violento, aberrante… Guerre, massacri, epidemie. Morte. Che sono ciò che resta se togliamo la Bellezza.
Torna in mente Foscolo. In fondo anche lui la pensava così.
“Dal dì che nozze, tribunali ed are …” certo è Vico. Ma la nascita della civiltà, delle istituzioni che rendono l’umana bestia vero Uomo, per Foscolo si fonda sulla nascita della poesia, dell’arte, della musica… Della bellezza, dunque.
Certo, la scienza ha la sua importanza. Ma anch’essa nasce dall’arte. Il divorzio è avvenuto solo in epoca recente. Pensate a Leonardo. O ancora a Pavlev Florenskij. Che contemplava la bellezza mistica delle icone di Andreij Rublev, e inventava nuovi, geniali, sistemi idraulici.
La scienza scissa dall’arte, priva di senso del bello, è arida. Rischia di diventare una sorta di, orrido, prometeismo. Proteso verso una, impossibile, onnipotenza. Ed una ancora più assurda immortalità.
Ciò che stiamo vivendo ne è la riprova. E gli occhi di uomini (se ancora si può definirli tali) come Bill Gates esprimono perfettamente cosa significhi pane, ovvero ricchezza, senza alcun senso del bello.
La storia dell’uomo è, certo, storia crudele. Ma mentre infuriavano le lotte fra Papi e Imperatori, fra città, e interne alle città stesse, Dante scriveva la Commedia. E Giotto affrescava gli Scrovegni a Padova.
E ancora con la polvere e il fango delle trincee addosso, Ernest Jünger scriveva “Sulle scogliere di Marmo”.
Ungaretti distillava i folgoranti versi de”L’allegria” in una trincea del Carso… E potrei continuare… risalendo, se si vuole, sino alle Grotte di Altamira. Che sono, anch’esse bellezza. Che emerge prepotente da un vivere duro. Da esistenze condotte al limite della sopravvivenza giorno dopo giorno. Dalla morte incombente nelle sue, più diverse, forme.
Quando, dopo il Crollo del Muro di Berlino, apparentemente (solo apparentemente) scioltisi i ghiacci della Guerra Fredda, Fukuyama scrisse il suo, controverso, “La fine della storia e l’ultimo uomo”, pensai che il politologo nippo-americano avesse preso una colossale cantonata.
Ora non ne sono più così sicuro. Perché, certo, la storia delle guerre, del potere, degli interessi e della finanza non è finita. Anzi, sta attraversando un momento estremamente critico. Però, in tutto questo, non emerge una qualche cultura della bellezza. Un antidoto all’orrore che incombe. E che sempre più ci sommerge. La cultura dominante è una sorta di usa e getta. Consumo privo di senso estetico.
E quanto all’uomo. O meglio, l’Uomo, con la maiuscola… Cosa si vede in giro? Solo paura di morire, parossistica. Fede ottusa in una (pseudo) scienza che ha sostituito ogni Dio. Orridi tendoni sanitari come architettura e templi di questa era. È essere uomini questo?
Forse la storia non è finita. Ma, se totalmente priva di bellezza, la vita dell’uomo diventa un gioco crudele, privo di senso. Come dice Dostoevskij. Che presto verrà proibito, probabilmente. E non solo perché era russo…