Michele Sottocasa, creatore del marchio La Biota, è uno dei più giovani e talentuosi costruttori di pipe italiani.
Di origini lombarde, era andato a vivere a Torino dopo il matrimonio; ma dallo scorso ottobre ha trasferito famiglia, abitazione e attività a Genova, in un bell’appartamento affacciato sul porto e sulla Lanterna.
Fin da piccolo è rimasto affascinato dalle pipe, cioè da quando giocava con quella del nonno. In seguito ha cominciato, come tanti altri, a costruirne per gioco, salvo farne una professione esclusiva da sette/otto anni a questa parte.
Dotato di un ottimo gusto che gli deriva dagli studi alla scuola d’arte e dall’attività di graphic designer, ormai la costruzione di pipe e la loro distribuzione è diventata la sua attività principale. Il successo che ha tributato il mercato deriva dalla grande originalità delle sue creazioni. Ogni pezzo, infatti, anche quello dalla forma più “tradizionale”, nasce da un’idea particolare che si trasforma in qualcosa di unico.

Certamente la sua notorietà è legata alla “serie Alien”, pipe che nella forma ricordano il mostro reso celebre dai film di Ridley Scott, realizzato da Carlo Rambaldi su un disegno di Hans Ruedy Giger (il pittore e designer autore di copertine di dischi famosissime come Brian Salad Surgery di Emerson Lake and Palmer). Si tratta di realizzazioni che hanno colpito la fantasia non solo dei fumatori e dei collezionisti, ma in genere di tutti coloro che amano gli oggetti belli e originali. È lo stesso Sottocasa a confidarci che diversi pezzi sono stati acquistati da non fumatori.
Ma, come dicevamo, la maggior parte delle sue pipe nascono per essere fumate, ragion per cui egli dà particolare risalto alla scelta dei materiali e alle forme che meglio si adattano agli amanti del fumo lento più esigenti. D’altronde lui stesso è un fumatore di pipa, o – come ci ricorda lui stesso – un ex amante dei sigari; e ciò fa sì che qualche volta lui testi una pipa prima di venderla. Una procedura davvero insolita che però gli consente di verificare in prima persona se i suoi prodotti sono anche dei buoni strumenti da fumo oppure no.

Il legno che usa di più è la radica che proviene dai migliori tagliatori di Calabria e Toscana. Ma anche secondo lui i pezzi migliori sono quelli che escono dalla segheria di Mimmo Romeo di Arma di Taggia. Tuttavia Michele ama sperimentare l’uso di molti altri materiali, che vanno dall’ulivo alla “morta”, dalla pannocchia di granturco al mogano. Per gli inserti utilizza corna di bufalo, di capriolo e di altri animali, bamboo, madreperla e legni pregiati. Solo sostanze naturali, però: niente metalli o prodotti industriali. Per i bocchini soltanto ebanite e cumberland che lavora lui stesso. Una filosofia che spiega anche il nome scelto: infatti La Biota, pur derivando dal lombardo “nuda”, significa il complesso degli organismi animali e vegetali che caratterizzano un ecosistema.
Le sue creazioni finiscono principalmente in Cina, ma anche negli USA, in Francia e addirittura in Danimarca, patria delle pipe freehand. In Italia i suoi pezzi si possono trovare esclusivamente sul sito LePipe.it o presso la tabaccheria Bollito di corso Duca degli Abruzzi a Torino.
Una delle sue creazioni è stata pipa dell’anno 2020 del prestigioso club Ericarte.

“Ogni pipa è un piccolo mondo”, ama dire Sottocasa. E per rendersene conto di persona si potrà fare visita al suo stand, insieme a quelli dell’Accademia della Pipa italiana (di cui Michele è uno dei componenti) in occasione della fiera di Cagli che si svolgerà il prossimo fine settimana.