Renzi e Travaglio si massacrano in tv (quella di Cairo) sotto la regia della faziosissima Gruber. Eppure il bugiardissimo ed il portavoce dei pentapoltronati rischiano di far parte della medesima maggioranza. A Rai 1 va in scena la rissa tra ex compagni di vita Selvaggia Lucarelli e Morgan, dopo che lo scorso anno – nella medesima trasmissione – Lucarelli si era scontrata con Asia Argento, ex di Morgan. Risse di famiglie allargate e per le quali bisogna pagare pure il canone.
Lo squallore italico non conosce limiti. Però i giornalisti zerbinati continuano a raccontare che, grazie a Sua Divinità Mario Draghi (mettersi in ginocchio quando si pronuncia il suo sacro nome), l’Italia ha riacquistato prestigio internazionale. Meglio non chiedere agli zerbini in quale epoca l’Italia aveva prestigio internazionale e quando lo aveva perso: si rischia una richiesta di scioglimento dei rispettivi giornali. Peccato che sia proprio Draghi a smentire i suoi laudatori, ricordando che il grande prestigio internazionale ha fatto sì che l’Europa accettasse di ricollocare poche decine di migranti degli oltre 50mila sbarcati in Italia grazie alle eroiche truppe di Lamorgese.
In questa guerra di pessimo giornalismo e di orripilante tv poteva mancare un pregnante intervento di Massimo Giannini, direttore de La Busiarda (la Stampa per i non subalpini)? Certo che no. Il prode direttore, forte dei brillanti risultati ottenuti dal quotidiano cartaceo degli Elkann-De Benedetti sotto la sua brillante conduzione (-10% in un solo anno), si è scagliato contro Renzi e contro la macchina per la comunicazione e la disinformazione messa in campo dal bugiardissimo. Ammettendo, comunque, che Renzi non ha commesso alcun reato. Bontà sua. Però insistendo sullo squallore dell’operazione mediatica e sulla scorrettezza dell’ex premier.
Una polemica, quella di Giannini, paradossale. Proprio perché scatenata dal direttore di uno dei quotidiani del gruppo Elkann-De Benedetti che controlla, tra l’altro, anche Repubblica, una infinità di testate locali, varie radio. Un gruppo che organizza campagne mediatiche contro gli avversari di turno, che sbatte gli avversari in prima pagina come mostri pericolosissimi, che pretende abiure in nome del politicamente corretto che rappresenta l’unica stella polare. Lui, Giannini, accusa Renzi di aver creato l’ennesima macchina del fango e finge di non capire che la principale macchina del fango è quella realizzata dal suo gruppo editoriale. Ma forse confonde la cioccolata con il fango o con altro.
Un gruppo, tuttavia, in forte difficoltà poiché i lettori lo abbandonano senza rimpianti. E se La Busiarda ha perso il 10% delle copie vendute, Repubblica ha sfiorato il 20% di calo. Le altre testate del gruppo non vanno meglio. I paladini della gauche caviar possono consolarsi con i dati del Giornale berlusconiano che riesce a perdere più di un quarto dei propri lettori. Ma Giannini non conosce autocritica. Se i lettori sono disgustati sarà colpa di Renzi, non della qualità dell’informazione. Ma va bene così, si prosegue con la faziosità sino a quando gli unici lettori saranno i giornalisti che scrivono ciò che piace a Giannini.