D’accordo, da un articolo comparso su La Busiarda (La Stampa) non ci si può certo aspettare notizie vere. E con la direzione di Giannini lo squallore e la menzogna hanno raggiunto livelli quasi imbattibili. Così non ci si può stupire se, all’interno di un articolo sul comizio torinese di Giorgia Meloni, le sciocchezze abbondino. Però dovrebbero esistere dei limiti all’indecenza, all’ignoranza o alla malafede.
Alla Busiarda no. I limiti si superano senza alcun problema. E si arriva a scrivere che la Meloni è la prima, a destra, a fare un comizio in piazza. Perché Giorgio Almirante non aveva mai avuto il coraggio di parlare in piazza a Torino, città rossa, della resistenza, bla bla. Un falso clamoroso e sarebbe bastato consultare gli archivi della Busiarda per scoprire che, nella centralissima e ben più vasta piazza San Carlo, Almirante aveva parlato più volte. E con un pubblico 10 volte superiore a quello della leader di Fdi. Ignoranza o malafede? Il giornalista della Busiarda ha un’età tale da avere vissuto personalmente quegli anni. Con i presìdi antifascisti in piazza Arbarello. Strano che se ne sia dimenticato.
Così come si è dimenticato che, negli Anni 70, i comizi missini in piazza, nella rossa Torino, avevano visto la presenza non solo di Almirante, ma anche di esponenti locali meno conosciuti. E di altri politici nazionali.
Ma, forse, gli archivi della Stampa sono scomparsi. Forse sono state cancellate tutte le notizie scomode. Oppure sono gli ordini del direttore Giannini? Censurare e mentire, rimuovere e raccontare il mondo senza alcuna attinenza con la realtà dei fatti. Orwell sarebbe stato felice di conoscere il direttore della Busiarda ed i suoi interpreti fedeli. Avrebbe visto in loro l’incarnazione del Ministero della Verità, pronto a censurare il passato ed a trasformarlo secondo le esigenze del momento.