Sono tanti a temere che in seguito alla crisi pandemica si aggiunga una nuova crisi sul fronte turistico. I russi sono tra i turisti con la maggior capacità di spesa. Hanno iniziato a viaggiare in massa da metà anni ’80 e il loro numero è cresciuto in maniera costante negli ultimi due decenni. Un’ascesa quella del turismo russo che in Italia è avvenuta a partire dal 2003, quando Vladimir Putin alla fine di agosto è stato ospite di Silvio Berlusconi nella stessa villa in cui nel 2002 avevano già potuto trascorrere diversi giorni in riva al mare le sue due figlie adolescenti: Maria e Iekaterina. Dal 2003, l’Italia si è attivata per facilitare gli ingressi dei russi in Italia, a partire dalla semplificazione delle procedure burocratiche, oppure dal rilascio del visto.
Purtroppo porteranno a serie conseguenze la guerra, le sanzioni e la chiusura dei cieli che provocheranno un crollo di arrivi, mettendo in ulteriore crisi un settore già fortemente indebolito da due anni di pandemia. Neanche la prima crisi ucraina del 2014 era riuscita a rallentare il flusso dei turisti russi verso l’Italia. Nonostante la contrapposizione tra Russia e Occidente, la svalutazione del rublo e il rallentamento economico, il turismo russo verso l’Italia era arrivato a crescere del 3% rispetto al 2013. Fu lo stesso Putin a sottolineare che circa 900mila cittadini russi avevano visitato l’Italia lasciando nel nostra Paese un miliardo di dollari. Il Presidente russo aveva detto: “i nostri investimenti in Italia sono del valore di 2-3 miliardi di euro” a fronte di “oltre 400 aziende italiane in Russia, ciò rappresenta svariati miliardi di scambi commerciali”.
In questo conflitto iniziano a vedersi all’orizzonte le disdette dei turisti russi di fascia alta per l’affitto delle ville per le vacanze nella prossima stagione. Alcuni oligarchi russi hanno fatto sapere che non potranno fare le vacanze in Versilia proprio a causa della guerra in Ucraina. Un dramma per il turismo perché erano proprio i russi a coprire gran parte delle richieste delle abitazioni più esclusive di Forte dei Marmi, con prezzi che arrivavano fino a 250mila euro a stagione.
Vicino a Porto Ercole i sigilli sono stati apposti a Villa Feltrinelli, adiacente a Cala Grande, dimora di proprietà del magnate russo-ucraino con cittadinanza tedesca German Khan, fondatore del colosso Alpha Group. Se si aggiungono le due residenze alle tante ville prese in affitto dai russi a prezzi stratosferici, si capisce il danno economico si ripercuoterà sull’ indotto di giardinieri, marinai, cuochi, guide turistiche, esperti di immersioni, interpreti, guardie del corpo.
Le coste tra Forte dei Marmi e l’Argentario comprendono decine di ville ma anche alberghi, locali e quote azionarie di attività imprenditoriali che sono di proprietà della ricca cerchia di oligarchi che ruota intorno a Putin. E solo una minima parte di loro è finita per il momento nelle black list. La situazione è forse persino peggiore in Sardegna. Il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca, attraverso l’Ansa, lancia un allarme: « Nel mercato turistico sardo, la Russia vale l’1,5 per cento in termini di presenze, circa 220mila a stagione. È chiaro che si tratta di turisti che spendono tantissimo – puntualizza Manca – Dobbiamo iniziare a ragionare sul fatto che ci sarà un ridimensionamento nelle misura di molti milioni. Prematuro quantificare in questo momento – ribadisce – ma anche se da qui in poi tutto dovesse procedere per il meglio, un crollo economico per il settore inevitabilmente ci sarà».