L’Occidente, oltre ad essere ormai ridotto a “società senza comunità”, o forse in ragione di questo, è ormai il terreno del trionfo della “campagna di fango” come strumento di affermazione, avanzamento, lotta, gestione dei conflitti, conquista del potere.
Questo è evidente sul piano geopolitico ove, ad esempio, l’etica militare è ormai pacificamente spazzata via da operazioni di falsa bandiera, dossieraggi pelosi, strampalate teorie di autodifesa come le dottrine Bush e Clinton, e protocolli disumani messi a punto dai maestri della democrazia e dell’umanità che, per di più, giornalmente, eludono trattati e patti virtuosi che pure sottoscrivono con il fumo delle migliori propagande.
Questo è evidente sul piano sociale.
Sul piano politico e giudiziario, con l’uso del processo come continuazione con altri mezzi della campagna di annientamento dell’avversario politico. Sul punto emblematico resta il lancio di monetine a Craxi.
Il processo si presta bene anche come arma di annientamento del tessuto economico. Si veda il tema – tutto italiano e segnatamente meridionale – delle “pene del sospetto” ove si riconferma l’uso indiscriminato della facile allusione e dell’indizio ‘diabolico’.
Infine, nemmeno il piano personale, delle relazioni, è indenne dalle conseguenze di siffatto melmoso trionfo. Gente più brutta dentro che fuori talora vi si specializza, con il supporto ingenuo di quelli che campano delle carezzine di questi insozzatori di professione che sporcando gli altri si acquietano più sereni nella loro personale sporcizia.
Questa è la società senza comunità perché senza coscienza, senza alcuna coscienza della “radice spirituale”, e solo in questa cifra potenzialmente autenticamente collettiva, di ogni autentico successo e di ogni autentica autorevolezza.
“Gli imperi – scriveva Cristina Campo – cadono quando l’educazione dei principi cede alla letargia borghese, con la sua puntigliosa, superstiziosa ignoranza della radice spirituale di ogni dominio”.