Drôle de guerre la definirono i francesi, riferendosi al periodo tra la fine della campagna di Polonia e l’avvio della campagna di Francia da parte delle truppe tedesche. Una guerra dichiarata ma in pratica senza scontri. Ora la “guerre” potrebbe essere sostituita da “campagne électorale”, ma resterebbe comunque drôle. Con un’accezione che da “strano” scivola verso “sciocco”. Perché la campagna elettorale per il sindaco di Torino proprio tanto intelligente non sembra.

I candidati fanno a gara nel nascondersi. I programmi sono ignoti ai più. Le ragioni per scegliere una lista o l’altra restano misteriose. In realtà, per il momento, si chiede un voto “contro” l’avversario piuttosto che una preferenza per sè. Modesti, al limite della banalità (ed anche oltre), i pochi slogan utilizzati. E si scende ulteriormente di livello quando dai candidati alla poltrona di sindaco si passa ai singoli candidati per la seggiola da consigliere.
Il quadro complessivo è tutt’altro che entusiasmante. Eppure saranno gli uomini e le donne che si affacciano da tristi manifesti a guidare Torino nei prossimi anni. C’è da preoccuparsi.
Sicuramente incide il periodo estivo. Con una campagna elettorale anomala, schiacciata tra il terrorismo mediatico sul Covid e la distrazione di massa legata prima agli europei di calcio ed ora alle Olimpiadi. Gli italiani discutono di vacanze fatte o saltate e di prestazioni sportive. Nemmeno una parola sulle strategie per rilanciare una città in crisi. E se proprio si deve parlare di Torino, ci si sofferma sulle piazze a pois o sulla circolazione dei monopattini.
Dunque, in fondo, i sudditi subalpini si sono meritati il profondo declino della città, la disoccupazione, le follie dell’assessore Lapietra, la chiusura delle fabbriche, il mancato decollo del turismo, la cultura di infimo livello. Hanno accettato tutto applaudendo a comando. Ed a comando hanno fatto finta di non vedere e di non capire.
Perchè, allora, affaticarsi a far conoscere candidati e programmi quando si può continuare nel declino facendo votare i sudditi come vuole il Sottosistema Torino?