Quanto vale il rifiuto della censura? Oltre 200 miliardi di dollari. Ossia la cifra che Facebook ha perso per la fuga dal social che ha fatto della censura politicamente corretta il suo stile ufficiale. Blocchi ripetuti, ammonizioni, sospensioni, cancellazioni. Il tutto sulla base di delazioni a senso unico, di censure a senso unico, di schieramenti politici a senso unico. Nella convinzione che il Dio denaro avrebbe apprezzato e premiato tutto questo.
Non è andata così. La faziosità sempre più evidente non ha portato alla rassegnazione bensì all’abbandono del social. Per ora solo un milione di utenti, ma è solo un inizio. Zuckerberg era convinto che la mancanza di alternative avrebbe consentito di proseguire con la crescente faziosità. Invece un’alternativa esisteva: spegnere tutto. Perché aveva ragione sul fatto che i vari Tik Tok, Instagram, Twitter non sono la stessa cosa e non sostituiscono la logica iniziale di Facebook. Ma non aveva messo in conto che la sua censura insopportabile avrebbe spinto all’abbandono e non a mettersi in riga secondo i voleri degli amministratori faziosi.
Ed anche gli inserzionisti hanno iniziato a chiedersi se fosse proprio saggio investire denaro su un pubblico in calo e sempre più divido tra gli ubbidienti e quelli che resistevano ma odiando Facebook, Zuckerberg ed i suoi censori. È vero che il capitalismo di rapina yankee è schierato dalla parte dei censori, però è soprattutto schierato dalla parte del denaro. E se la censura diventa un costo eccessivo per gli inserzionisti, la pubblicità cerca altre strade.
Ovviamente la botta, per quanto pesante, non porterà al fallimento di Facebook. Che sta investendo cifre colossali nella creazione del meraverso. La novità della vita alternativa e fasulla indispensabile per far evadere dalla realtà i sudditi di tutto il mondo. Ci aveva già provato Second life ma, dopo un iniziale grande successo, è stato dimenticato. Metaverso sarà indubbiamente diverso, più sofisticato, più avanzato. Ma il tentativo di distogliere i sudditi dalla vita vera, per dirottarli in un’altra dimensione mentre i padroni del mondo si spartiscono le ricchezze reali, è il medesimo.
La fuga dal politicamente corretto di Zuckerberg dimostra che l’asservimento non è irreversibile, persino in mancanza di alternative. Un segnale da valutare.
1 commento
La censura sui post di Facebook è da inquisizione.
Sono stato bloccati tre volte per giudizi sulle sentenze francesi o altro.
Adesso basta…lasciano in essere post volgari con parolacce e poi censurano posizioni politiche.
Ne faccio a meno