Secondo il cardinale Zuppi, a Bologna solo il 6% dei credenti frequenta la chiesa. E non è che nel resto d’Italia la situazione sia molto migliore. Mentre l’età media dei sacerdoti si alza in modo costante e le vocazioni latitano. Ma latita anche l’autocritica. Anzi, manca del tutto. Una Chiesa che si è trasformata in un centro di sociologia di basso livello, che ha messo al bando la messa tradizionale ed ogni rito “indietrista” (secondo la definizione di monsu Bergoglio), che ignora i fedeli italiani per occuparsi solo dei migranti, pretenderebbe anche di avere frotte di fedeli per assistere a qualcosa che non ha più nulla di sacro ma che è attenta solo al politicamente corretto.
Ed il menefreghismo nei confronti dei pochi seguaci si manifesta anche in gesti che rappresentano solo una profonda arroganza e una ostentazione di potere. Mentre in tv si ripercorrono le vicende di Elisa Claps, ragazzina assassinata a Potenza nel 1993 e il cui corpo fu ritrovato dopo anni nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, il vescovo decide di celebrare messa proprio nella chiesa del delitto, nonostante lo stesso papa avesse invitato ad una rispettosa preghiera silenziosa.
Ovviamente ci si può arrampicare sui vetri sostenendo che la ragazza è stata trovata nel sottotetto e non davanti all’altare e che nulla dimostra che l’omicidio sia avvenuto nel perimetro consacrato. Così come si può far finta di dimenticare le menzogne e la reticenza del parroco di allora, o le protezioni di cui godette il giovane poi condannato per l’omicidio.
Però la mancanza di rispetto nei confronti di una vittima e di una comunità è evidente. E di sicuro non contribuisce ad incentivare la frequentazione di quella chiesa dove, peraltro, una lapide ricorda il parroco spergiuro.