Il Pil della Cina crescerà quest’anno meno di quanto previsto all’inizio del 2022. Ed è prevedibile che, appena gli atlantisti nelle redazioni se ne accorgeranno, inizino i festeggiamenti e le analisi dei media italiani di regime pronti a pronosticare la fine della potenza cinese. Per il momento a spiegare la realtà, ma quella vera, ha provveduto Michele Geraci, ex sottosegretario italiano all’Economia ed ora docente universitario a Shanghai.
Intervenendo ad un convegno di politica internazionale organizzato dal think tank Il Nodo di Gordio a Baselga di Pinè, in Trentino, Geraci ha sottolineato che il Pil del Paese asiatico crescerà meno rispetto al 5,5% previsto, ma l’incremento sarà comunque di 3 volte superiore a quello che, forse, riuscirà ad ottenere l’Italia sotto la guida del pessimo governo dei Migliori.
Ma ciò che conta davvero nella narrazione dell’ex sottosegretario, è che Pechino ha messo in conto la riduzione di un punto percentuale di Pil per proseguire nella politica di rigore assoluto nella lotta al Covid. Una politica che prevede chiusure totali di intere aree, ma non provvedimenti indifferenziati che colpiscono l’intero Paese. Una strategia precisa, dunque. Non una politica che cambia di continuo a seconda degli umori di sedicenti virologi. Non una politica che cambia di continuo a seconda degli umori di un anziano guerrafondaio a Washington.
Di conseguenza anche un rallentamento della crescita, che è ben diverso da una decrescita infelice o da una stagnazione pluridecennale all’italiana, non comporta particolari problemi. O meglio, i problemi esistono, ma non sono strutturali e dunque possono essere affrontati e risolti con sufficiente facilità.
Peraltro la Cina sta proseguendo nella sua espansione internazionale. Anche in questo caso rallentata. Ma sempre di espansione si tratta e non di un ripiegamento. Il nodo da affrontare sarà rappresentato dai rapporti che andranno a mutare con l’Europa posta al guinzaglio di Biden. Un’Europa che abbaia a comando e che è pronta a sacrificare il benessere dei propri abitanti per compiacere i padroni statunitensi. È evidente che non bastano gli ordini dei burattinai di Biden per rendere il Vecchio Continente indipendente dalla Cina e dall’Asia in genere. Ma è altrettanto evidente che ai maggiordomi europei, ed a quelli italiani in particolare, del benessere e della sopravvivenza economica dei sudditi non interessa assolutamente nulla.