A 42 anni dalla normalizzazione dei rapporti tra Cina e Stati Uniti, il futuro delle relazioni tra questi due paesi è incerto. La crescita economica della Cina, la volontà di Pechino di assumere un ruolo rilevante a livello internazionale e le problematiche sorte nel corso della presidenza Trump hanno determinato delle increspature nei rapporti diplomatici, e non solo, tra i due paesi in questione. Considerando, dunque, il ruolo che USA e Cina assumono a livello internazionale, entrambi sono in competizione per l’assunzione di una leadership a livello globale.
Ripensando alla situazione attuale, viene in mente la citazione di Napoleone, pronunciata molto prima che la Repubblica Popolare Cinese fossa guidata da Mao Zedong e quando gli anni delle grandi riforme promosse da Deng Xiaoping erano ancora lontani.
“Quando la Cina si sveglierà, tremerà il mondo”
Nel suo comportamento la Cina si è dimostrata una potenza affidabile, collaborativa e integrata all’interno del sistema internazionale.
I rapporti della Cina in Asia
In Asia, Pechino dimostra il proprio interesse per la conservazione della sicurezza regionale e la propria disposizione a cooperare. In questo modo, la Cina si è impegnata per essere percepita dagli altri attori asiatici come un interlocutore. La Cina non vuole comparire come una potenziale minaccia. Perciò investe consistentemente sul soft power, piuttosto che sull’hard power.

I rapporti intraregionali in Asia, nel caso in cui si verificasse tale ipotesi, potrebbero diventare tanto intrinsechi da generare profonda interdipendenza. In questo caso, nonostante le politiche messe in atto dagli Stati Uniti per evitare di indebolire la propria sfera di influenza in Asia (cfr. Pivot to Asia), la Cina si confermerebbe come superpotenza asiatica.
L’espansione della Cina contro gli USA
Il posizionamento internazionale cinese non sembra, dunque, di difficile interpretazione. i progressi in ambito tecnologico e militare rendono quasi indiscutibile la volontà della Cina di sfidare gli Stati Uniti per la conquista della leadership globale. L’ascesa della Cina appare, dunque, una minaccia ineluttabile per l’egemonia statunitense.
A sostegno di questa ipotesi, la Cina si fa promotrice di istituzioni economiche internazionali alternative o aggiuntive a quelle di Washington; ciò corrisponde alla volontà di espandere la propria influenza a livello internazionale. L’esempio massimo di questo comportamento è dato dal progetto BRI, presentato nel 2015 come un bene pubblico a servizio di tutta l’umanità.
BRI: la nuova Via della Seta
Il progetto BRI, ufficialmente presentato nel 2013, non fu inizialmente identificato come una leva di integrazione dell’ordine internazionale, né come strumento atto a rassicurare i Paesi asiatici -e non- dal timore di soccombere all’influenza economica cinese. Il fulcro della BRI, infatti, risiede nella realizzazione del “Sogno cinese” promosso dall’attuale Presidenza. L’obiettivo è la modernizzazione accelerata del Paese nel quadro di una rafforzata stabilità.

Si tratta di un’iniziativa che, ampliando le politiche per l’internazionalizzazione delle imprese e lo sviluppo delle province dell’entroterra cinesi, mira a incrementare la densità delle inter-connessioni europee e asiatiche.
Ciò è possibile grazie a infrastrutture energetiche, dei trasporti e digitali che agevolano i flussi di risorse, merci, servizi e persone tra l’Asia orientale e i mercati europei, passando per Asia centrale, Medio Oriente, penisola arabica e Africa settentrionale. La BRI è simbolo del disegno geopolitico del presidente Xi.
La Cina contro gli USA nelle organizzazioni internazionali
Parallelamente alla promozione di organizzazioni totalmente nuove, la Cina mira ad incrementare la propria presenza e influenza all’interno di quelle già esistenti, per rafforzare il proprio ruolo all’estero. Ad oggi, le più importanti organizzazioni multilaterali, quali ONU, Fondo Monetario Internazionale (FMI), Banca Mondiale e Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), sono principalmente il prodotto dell’ordine globale modellato dagli USA, motivo per cui gli standard politici, economici e legali sono stati definiti da Washington fino ad oggi. D’altro canto, l’ascesa della Cina sta incidendo su tale dinamica.
Lo scontro tra Stati Uniti e Cina è una lotta per il potere e minaccia l’ordine liberale legato alla Pax Americana. L’ordine internazionale necessita di una potenza egemonica che lo stabilizzi, per questo il conflitto ricopre un ruolo fondamentale nella definizione dell’assetto internazionale.
Diversi fattori favoriscono l’idea secondo cui la Cina è destinata a sostituire gli USA nel ruolo di grande potenza: da un lato, la rapida crescita economica e l’attivismo del presidente cinese Xi Jinping.D’altra parte, gli Stati Uniti sembrano in apparenza riluttanti a sostenere i costi dell’egemonia e disinteressati all’evoluzione della politica internazionale. L’obiettivo di Xi è rendere il suo paese di nuovo grande. Infine, non è quindi errato affermare che “la Cina è sveglia”.
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