Le statistiche possono essere utilizzate per sostenere tutto ed il contrario di tutto. Dipende dai raffronti, dal modo in cui vengono utilizzate. Ma la crescita del 18,3% del Pil cinese nel primo trimestre di quest’anno resta comunque un dato positivo. Molto più positivo, ad esempio, dell’incremento del 62,7% delle immatricolazione di auto in Europa nel mese di marzo.

Perché, ovviamente, in entrambi i casi incide la pandemia. Ma il Pil cinese è in crescita di oltre il 10% anche rispetto al primo trimestre del 2019, quando di Covid non si parlava mentre – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del centro studi Promotor – il mercato auto europeo è in calo di oltre il 21% rispetto al marzo 2019.
Dunque in un caso si può parlare di ripresa vera mentre per l’Europa si è di fronte ad una mera illusione statistica. Non è proprio la stessa cosa. In compenso è tragicamente reale il record italiano di debito pubblico, a fronte non di una crescita del Pil a livelli cinesi ma di un’aspettativa di un modestissimo incremento nell’ordine del 4% ma rispetto al disastroso 2020 (quando il crollo ha sfiorato il 10%), non nel confronto con un anno normale.
Sono gli inevitabili effetti delle chiusure decise dalla banda Speranza. Un disastro che peserà molto a lungo sulla vita delle famiglie italiane, senza che qualcuno venga chiamato a rispondere per la disperazione e le nuove e future povertà.

I danni saranno ulteriormente aggravati sia dal debito pubblico da ripagare, sia dal continuo rinvio degli investimenti poiché i soldi sono serviti per le mance statali a chi è stato obbligato a non lavorare ed a chi proprio non voleva lavorare, sia infine dalla ripresa delle altre economie. Perché se la Cina vola a livelli record, anche altri Paesi sono già ripartiti, a cominciare dagli Usa che ha rivisto al rialzo le previsioni per il 2021 (+6% dopo un calo limitato al 3,5% lo scorso anno).
E recuperare il tempo perso dalla banda Speranza sarà sempre più difficile e sempre più costoso. Perché ormai le economie viaggiano velocissime, i cambiamenti sono continui e le differenze diventano ogni volta più difficili da colmare. L’Italia non ha neppure ancora approntato il piano per la transizione ecologica e per l’informatizzazione, gli altri Paesi lo stanno già attuando. Il governo dei Migliori comincerà ad ottenere i primi soldi europei tra qualche mese, il resto arriverà spalmato su più anni. Il ritardo nei confronti di Asia e Nordamerica, dunque, si aggraverà. E la minor competitività avrà un costo in termini di occupazione e di tensioni sociali.
Ma la maggioranza è compatta e l’oppofinzione si limita ai soliti slogan su più soldi per tutti (per aumentare il debito) e sulle riaperture in sicurezza. Per la felicità di Biden e Xi Jinping: cosa si può volere di più quando un potenziale competitore decide di suicidarsi?