“Lo spazio che hai è quello che ti prendi, non quello che ti lasciano”. Un Alberto Cirio, presidente della regione Piemonte, in vena di frasi celebri ha spiegato che Torino si prenderà non lo spazio ma l’aerospazio. E che a novembre verrà posata la prima pietra della “Città dell’Aerospazio” che verrà realizzata nella zona ovest della capitale subalpina. In realtà l’area esiste già, ma sarà completamente riqualificata. In teoria secondo la teoria del buono e bello, ma sulla bellezza degli interventi architettonici – dopo gli obbrobri degli ultimi decenni – è lecito avere molti dubbi.
All’interno della nuova cittadella troveranno posto grandi gruppi come Leonardo o come Thales Alenia Space, ma anche laboratori e centri di ricerca. E le ricadute saranno estremamente positive sull’intera economia subalpina. Basti pensare che solo Leonardo contribuisce al PIL piemontese con 1,3 miliardi di euro. Ma la filiera dell’aerospazio è particolarmente viva e vitale nel territorio subalpina. Da un lato l’attività di Thales Alenia Space che ha un ruolo fondamentale nelle stazioni orbitante, nelle esplorazioni robotiche, nelle navicelle, nei satelliti e, in prospettiva, nelle attività di manutenzione in orbita e della rimozione dei rifiuti spaziali.
Dall’altra, ha ricordato Cirio, micro aziende che rappresentano comunque un’eccellenza: un’azienda artigiana dove lavorano solo padre e figlio realizzano, a mano, una parte indispensabile per le missioni spaziali.
