Ci hanno provato. Ma proprio non riescono a non combinare pasticci. I responsabili culturali del centrodestra alla Regione Piemonte si erano impegnati ad ignorare la candidatura di alto livello per la presidenza del Circolo dei Lettori e conseguente ruolo di rilievo al Salone del libro di Torino. Una candidatura assurda, di chi ritiene ingenuamente che gli assessori alla Cultura debbano rispondere in primis a chi li ha votati (qualcuno spieghi “in primis” ai vertici culturali..). Dunque proposta bocciata.
Ed individuazione del candidato giusto tra i fedelissimi del ministro piddino Franceschini. Che, a saperlo prima, gli elettori del centrodestra piemontese avrebbero potuto votare direttamente Chiamparino invece di Cirio, tanto il risultato sarebbe stato il medesimo. O forse no. Perché prima di far filtrare il nome del prescelto, il vecchio Chiampa avrebbe fatto qualche verifica.
L’incultura del centrodestra, invece, è andata sul sicuro, certa che regalare una poltrona agli avversari fosse un’operazione geniale. Macché. Ora il candidato franceschiniano ha dei dubbi. Perché a presiedere il Circolo non si guadagna. Una brutta sorpresa. E allora bisogna pensarci bene, prima di accettare. Ma non è l’unico problema. Perché dietro un candidato c’è sempre una lobby, un sistema di potere che, in questo caso, andrebbe a confliggere con altri sistemi consolidati, radicati sul territorio e poco disposti a spartire la torta, grande o piccola che sia.
I malumori iniziano a filtrare, mormorii, chiacchiericci. Come si usa in questi casi. Ed il centrodestra masochista e rinunciatario invece di godersi i ringraziamenti degli avversari, rischia di ritrovarsi sul banco degli imputati per aver creato l’ennesimo casino. Senza riuscire ad incidere sulla cultura, senza neppure un briciolo di comprensione e di gratitudine da parte degli avversari. Perché la lobby incassa ma non ringrazia. Ed al prossimo giro chiederà di più.