La conoscenza dei libri e dei giganti del pensiero certamente aiuta a diventare liberi (magari all’interno di un proprio spazio mentale) e a sopportare con dolore una eventuale guerra. Tutti comprendiamo che si può essere analfabeti e liberi, come si può essere colti e schiavi (o “servi” e “servili” nel senso intimo che queste parole hanno nella loro accezione popolare). Purtroppo di intellettuali “servi” gli esempi si sprecano anche in tempi contemporanei.
Ci colpisce allora l’immagine di Hussein con lo sguardo fisso sulle pagine di un libro, seduto sul bordo di un cassonetto dell’ immondizia, uno scatto che in poche ore ha fatto subito il giro dei social diventando virale. Una foto, scattata dall’ingegnere libanese Rodrigues Mghames. Il suo scatto è fortuito: esce dal suo ufficio vede questa scena di un’infanzia rubata ai banchi di scuola. Il bimbo legge come se stesse seduto su un banco di scuola ma in realtà siede ai bordi di un cassonetto. Il bambino ha solo 10 anni ed è un profugo siriano. Hussein, che raccatta plastica e rottami tutti i giorni per portare qualche soldo alla famiglia. Legge nonostante le barbarie. Nonostante la guerra, la violenza, la corruzione di questo mondo. E la sua foto di piccolo rifugiato, in equilibrio in un cassonetto, con in mano un libro, ha saputo entrare nel cuore di tutti.
La potenza dello scatto non è servita solo fare il giro del web in poche ore. Xposure, il Festival internazionale di fotografia degli Emirati Arabi Uniti, giunto alla sesta edizione all’Expo Center di Sharjah, ha da poco annunciato che pagherà l’istruzione di Hussein assieme all’organizzazione umanitaria The Big Heart Foundation. L’istruzione del piccolo sarà sponsorizzata fino al completamento del liceo. Hussein imparerà che a volte i libri sanno regalarci un bellissimo lieto fine.