Un ambiente dal volto umano. La risposta al massimalismo dei gretini, che vorrebbero eliminare l’essere umano per lasciar la Terra ai soli animali, arriva dall’Arsenale delle idee che ieri ha organizzato una videoconferenza per discutere di ecologia e di prospettive future, partendo dal libro di Francesco Giubilei “Conservare la natura”. Perché l’ambiente dovrebbe rappresentare uno dei temi fondamentali della politica non solo italiana. E, soprattutto, dovrebbe essere uno degli argomenti “forti” di chi, dall’opposizione, dovrebbe indicare un’alternativa alla mala gestione del potere.

A maggior ragione ora che, dall’Europa, arriveranno soldi legati proprio ai progetti di trasformazione ambientale. Dunque servono idee, studi, analisi. Occorre capire in che direzione andare, occorre conoscere le strategie delle aziende, le ricerche, le innovazioni.
Perché, a destra, sarebbe utile offrire un’alternativa alle proposte di Greta e degli ambientalisti globalisti. Un’alternativa ecologica, non lo sfruttamento del territorio, non la cementificazione in nome dell’occupazione perché altre idee mancano. Ma bisognerebbe uscire dalla Garbatella per scoprire che esiste un mondo oltre il grande raccordo anulare di Roma. L’incontro organizzato dall’Arsenale delle idee ha coinvolto degli amministratori locali che, da Trieste a Ferrara, si battono per realizzare progetti di tutela ambientale a prescindere dal nulla cosmico della politica romana.
Non ha senso, però, che manchi una linea comune, una strategia, una posizione chiara di un partito in crescita esponenziale ma che si ostina a non produrre idee e tanto meno progetti che vadano oltre sterili slogan. Lasciando immense praterie politiche a chi finge di occuparsi di questioni ambientali per difendere una visione del mondo globalizzata, al servizio di lobby internazionali. Germania, Austria, Francia vedono già il rafforzamento politico dei partiti “Verdi”. In Italia non ancora, per incapacità dei rappresentanti dei movimenti ambientalisti.
Ma non si può solo sperare nelle deficienze altrui. Bisogna affrontare i problemi. Dagli inceneritori agli allevamenti intensivi; dai porti alle spiagge; dalla proliferazione di impianti di risalita alla gestione delle energie rinnovabili da parte delle piccole comunità locali; dall’auto elettrica all’alta velocità ferroviaria. Servono risposte, non slogan e promesse irrealizzabili. Bisogna studiare per confrontarsi con industrie che vogliono innovare, per confrontarsi con operatori turistici, per valutare interventi di manutenzione ambientale, per offrire prospettive ai pastori.

L’economia circolare non significa costruire aziende rotonde.
Ma al circolo della Garbatella dovrebbero perlomeno affrontare la dura fatica di accendere il pc, il tablet, lo smartphone e collegarsi con i settimanali appuntamenti dell’Arsenale delle idee. Perché almeno lì qualche idea la troverebbero. E pure gratis.