Censurate, epurate, trasferite. La destra fluida di governo, sempre più crosettiana, ha punito il generale Roberto Vannacci, reo di avere espresso opinioni che non sono piaciute al ministro Guido Crosetto. Opinioni su argomenti quotidiani, non dissenso sulle strategie militari. Non informazioni riservate sulla Difesa. Ormai ai maggiordomi di Biden basta un’opinione politicamente scorretta per far partire le censure, le sanzioni, le epurazioni.
O, forse, è un problema di invidia? Vannacci combatteva sul campo, a partire dalla Somalia, mentre altri con le armi facevano affari. Non è proprio la stessa cosa. Magari c’è anche dell’altro. Il generale è sicuramente colpevole di aver preso tre lauree mentre il ministro Crosetto, in passato, si era vantato di essere laureato ma non era vero. E si era scusato sostenendo che si era trattato di un piccolo errore, di una leggerezza.
Le opinioni diverse dalle sue, invece, non sono leggerezze ma colpe gravi. Che meritano provvedimenti immediati. Perfettamente in linea con tutte le marce indietro, le menzogne, le abiure degli esponenti di un governo di dilettanti allo sbaraglio.
Un governo al servizio di interessi stranieri e che, di conseguenza, non può accettare che un generale si consideri erede di una cultura antica che spazia da Cesare a Dante. Un generale non può preferire Raffaello ad Egonu. Forse perché Crosetto non sa dove giochi questo Raffaello..