“Chiudiamo le scuole!”. E poi qualcuno osa sostenere che la destra fluida non ha cultura. Il nuovo governo smentisce tutti i critici e riscopre l’invettiva di Giovanni Papini nel 1914. La riscopre e la trasforma in un atto di governo. Perché, dopo le dichiarazioni di Giorgia Meloni e di Claudio Durigon, è evidente che il ministro Valditara è diventato superfluo, proprio come tutte le scuole di ogni ordine e grado. Forse, ma non è sicuro, si potranno conservare le elementari, per insegnare a leggere ed a far di conto. E basta.
Perché quando il sottosegretario Durigon spiega che un ingegnere può tranquillamente andare a fare il cameriere, non solo offende l’intelligenza di chiunque, ma sancisce la morte dell’istituzione scolastica. Perché, a suo avviso, non sono serviti a nulla gli anni sprecati per studiare al Politecnico. Ma, contemporaneamente, non sono serviti neppure gli anni impiegati per ottenere un diploma all’Alberghiero. Chiunque può fare qualunque cosa. Tutt’al più si può seguire un corso di formazione di pochi mesi e si risolve tutto.
D’altronde non è nemmeno una novità questa visione un po’ idiota del lavoro. Già in occasione del primo governo Berlusconi era arrivato un membro dell’esecutivo a spiegare che gli esuberi di un’azienda metalmeccanica del Torinese dovevano essere utilizzati come infermieri. Ma certo, costruire una parte del motore od occuparsi di una flebo è la stessa cosa. Un po’ di buona volontà, qualche mese di formazione e vai anche a fare il chirurgo.
Per anni si è insistito a spiegare che la ristorazione italiana era di altissima qualità anche per la preparazione dell’intera brigata, di cucina e di sala, ed ora arrivano i destri fluidi a spiegare che è inutile prepararsi nelle scuole che si occupano proprio di quello.
Ma vale per ogni ambito. Si stanno sprecando soldi pubblici per sostenere le Academy in vari settori quando, invece, basterebbe prendere un camionista senza camion per trasformarlo in un mago dell’alta moda. E i laureati in Storia dell’arte potranno fare i magazzinieri mentre i magazzinieri cureranno le mostre agli Uffizi. Che ci vuole, Durigon? Come spiega lady Garbatella, non è che uno si laurea e poi pensa di lavorare in un settore legato ai propri studi. Un po’ di flessibilità, ragazzi, bisogna essere fluidi.
E la qualità del lavoro? La competenza? La professionalità? Tutte sciocchezze. Dunque i primi disoccupati saranno gli insegnanti. Qualcuno verrà riciclato nei corsi di formazione. Il prof di educazione fisica insegnerà informatica, il docente di greco si occuperà di meccanica e quello di matematica farà i corsi di cucina. A 200 km da casa, ovviamente. Per dimostrare buona volontà.
C’è solo un dubbio: davvero Meloni e Durigon hanno letto Papini?