Di fronte alla totale mancanza di idee del governo in materia economica (e lasciando perdere gli aspetti finanziari), sorge un dubbio: ma Urso e il ministro cognato sanno che esiste un sindacato che si colloca, dichiaratamente, dalla loro parte? Sanno che questo sindacato è impegnato non solo nelle trattative aziendali ma anche nella preparazione di testi economici? Dove per “economici” si intende di carattere economico e non solo a buon mercato (meglio chiarirlo, visto il livello..)? Si sono mai degnati di leggerli? Hanno mai trovato il tempo per seguire uno degli innumerevoli convegni organizzati dal sindacato?
O, ancor più semplicemente, hanno una seppur vaga idea che questo sindacato esiste e si chiama Ugl? Pare di no. E si spera di no.
Perché se fossero a conoscenza dell’Ugl e dell’opera meritoria in cui il sindacato è impegnato, allora si porrebbero non pochi problemi politici. Perché la battaglia per il lavoro a cui si dedica l’Ugl non ha nulla da spartire con il turbocapitalismo che rappresenta il faro per il governo iperliberista ed atlantista.
Le dichiarazioni di esponenti del governo a proposito della congruità di salari da 400/500 euro per giovani ventenni (dichiarazioni esternate nei programmi di Rete 4) sono difficilmente compatibili con la dignità del lavoro e la partecipazione che fanno parte del programma Ugl. La lotta contro i pensionati del ceto medio, espropriati di ciò che hanno versato grazie al mancato adeguamento all’inflazione, non hanno nulla da spartire con ciò per cui si batte il sindacato della destra.
E allora il circolo della Garbatella potrebbe avere il coraggio della coerenza (coerenza delle abiure, ovviamente) e proporre ai vertici dell’Ugl un candidato come Cruciani, come Capezzone, come Senaldi. Per un briciolo di onestà intellettuale. Perché le mance elettorali e lo sfruttamento generalizzato non sono compatibili con un sindacato che si rifà ad Angelo Oliviero Olivetti, che riscopre Rossoni e Adriano Olivetti, che pubblica De Benoist. Da un lato la cultura del lavoro, dall’altro i portavoce di Biden e Confindustria.