È curioso come la destra – che si indigna giustamente per le scemenze propinate da Alessandro Barbero a proposito delle foibe e dell’esodo dei profughi istriani, giuliani e dalmati – resti assolutamente muta di fronte alla faziosità imbarazzante di Olla sul Tg5. Il servizio di ieri rasentava la più completa follia, senza alcun senso se non quello di attaccare gratuitamente ogni posizione che non fosse politicamente corretta.
Lo storico di Mimun è riuscito a creare un minestrone che, partendo dall’8 settembre, toccava la scissione del partito socialista, la nascita del partito comunista, osannava Togliatti per la guerra in Spagna e riusciva nel miracolo di non dire una sola parola a proposito degli anarchici massacrati in Spagna dagli stalinisti. Un capolavoro di disinformazione. Peraltro abituale nella rubrica storica del Tg berlusconiano.
Però le voci che si sono levate contro Barbero tacciono quando si tratta di Olla e di Mimun.
Le ragioni possono essere solo due. O la destra ha un problema di crassa ignoranza storica e conosce solo la vicenda delle foibe (ed è grave) oppure il servilismo nei confronti dell’alleato Berlusconi è tale da impedire ogni critica (e forse è anche più grave). Non un fiato, non una protesta, non una richiesta di avere una informazione meno scorretta. Macché, silenzio di tomba. Olla può proseguire nelle sue omissioni, nelle sue ricostruzioni fantasiose, nelle sue esaltazioni immotivate. L’alleato di destra tace, accetta tutto, e non solo nei programmi storici. Viene sbeffeggiato e tace, viene insultato e tace, viene accusato di ogni nefandezza e tace.
Poi, per fare un po’ di scena si protesta contro Barbero e contro un rettore squallido e fazioso. Evitando accuratamente di sostenere gli storici di area ed i rari docenti universitari non ostili. Meglio non rischiare di essere messi in ombra da qualcuno preparato su temi scottanti. È più facile andare avanti a colpi di slogan, pubblicando foto sbagliate pure sulle foibe.