Uno scorato intervento sui social di Massimo Magliaro, antico portavoce di Giorgio Almirante, ha il merito di entrare nel cuore del problema: quale destra andrà a governare? Non quella di Magliaro, certo. Non quella di Almirante. Tanto meno quella inventata da Repubblica attraverso le firme dei suoi fascistologi. Tutte costruzioni mentali che non hanno la minima attinenza con la realtà. E, in fondo, la fiamma nel simbolo è l’unica concessione che il nuovo che avanza ha riservato agli anziani che, comunque, votano. E si accontentano.
Magliaro pare non accontentarsi. È difficile partire con riferimenti come Sorel e ritrovarsi con la Thatcher. Passare dalla destra sociale alla destra atlantista/liberista/mercatista. Perché è questa la destra che governerà. Perfettamente allineata agli interessi delle multinazionali statunitensi, agli interessi dei mercanti di armi che sostengono la necessità di far proseguire la guerra in Ucraina a costo di tenere al freddo l’intero Paese ed impoverire milioni di italiani. È sufficiente vedere chi è il grande consigliere di Meloni.
Sarà una destra yankee, pronta ad aumentare la repressione per bloccare ogni forma di malcontento. Legge ed ordine. D’altronde la destra sociale che piace a Magliaro, al governo non c’è mai arrivata. Neppure vicino. Mentre i liberalconservatori meloniani lo conquisteranno alla grande. Magari alla grande no, ma lo conquisteranno. Per far che? Si chiede Magliaro. Per fare ciò che i centri di potere internazionale si aspettano. In fondo l’agenda Draghi può andare bene anche a Meloni, che lo stima molto. Basta cambiare copertina, aggiungere persino un po’ di programma Monti/Fornero ed i mercati saranno soddisfatti. Il tutto con il 25% dei votanti. Una strategia sicuramente intelligente.
Può non piacere. Ma quali sono le alternative credibili? Le solite formazione residuali che non entreranno in parlamento e che se anche entrassero non conterebbero nulla? La sinistra alla Cirinnà, tutta Capalbio e diritti strani? I pentapoltronati contiani pronti a spaccarsi dopo il voto in attesa del ritorno del messia Di Battista? Oppure potenziare gli alleati di Meloni che, ogni tanto, provano a inserire qualche proposta non allineata agli ordini di Washington?
Alla fine l’unica alternativa possibile è rifugiarsi nel rimpianto di Magliaro, consapevole che i personaggi della “sua Destra” saranno accuratamente evitati dai trionfatori neo atlantisti. Governeranno con il programma degli sconfitti. Perché al potere vero non interessano gli interpreti, ma lo spartito.