“Scusi prof.” gli occhi neri scintillano ancora più del solito ” posso farle una domanda che con Leopardi c’entra poco…o meglio, non c’entra proprio niente…?”
Rido. Certo, è l’ultima ora di lezione prima delle vacanze di Pasqua. T’immagini la voglia che hanno… E come al solito, questi disgraziati, mandano avanti lei…
Dai, dimmi…
“Ecco, è dallo scorso anno che lei ci parla di poeti, ci legge poesie. E molte sono poesie d’amore… Ma…”
Ma cosa? L’amore non è l’unico tema della poesia certo. Ma sicuramente è il più importante…
“Appunto…però questi scrivevano sempre per donne che non erano…loro. No?”
La guardo. Comincio a capire dove vuole andare a parare.
Vero. Nella poesia la Donna amata é sempre altra… Non la moglie o la compagna del poeta. Ci sono delle eccezioni, certo. Calvo, l’amico di Catullo, ha scritto le Elegie per la moglie Quintilia. E il Pontano forse il massimo poeta in latino del ‘400, ha scritto anche lui delle Elegie per la moglie. Morta. Come la Quintilia di Calvo….
“A prof… a questi la moje je stava bene solo perché nella fossa…” la battuta del Boro suscita l’ ilarità generale. Persino la glaucopide ride.
In un certo senso è vero… Ma le Elegie si prestano al compianto funebre. Anzi nascono proprio per questo nella Grecia arcaica. L’elegheion era un flauto dal suono lugubre. Che veniva suonato ai funerali…
“Mazzete che allegria…” vistosi gesti apotropaici del Boro, imitato dal coro dei coatti…
Li ignoro. E continuo.
Beh, comunque, vedete, la poesia d’amore canta sempre ciò che non si possiede. E che rappresenta l’irraggiungibile. Qualcosa, o meglio la Donna che non appartiene alla realtà quotidiana. Che è piatta. Per lo più impoetica…
Prendete Dante. Canta Beatrice. E nelle Rime anche altre donne. Amori più terreni. Non certo puri e platonici…
“E bravo er Dante…mica stava con le mani in mano a guarda’ Beatrice che annava a messa. Ce dava dentro come un riccio, ce dava…”
Stavolta mi unisco alle risate. Generali. Solo la glaucopide, a mezza bocca, “Un porco…come tutti gli uomini”… Il Boro le lancia un’occhiata…radiosa.
Vabbè, Boccaccio ci dice che a Dante le donne piacevano. E molto. Comunque, in tante cose che ha scritto, mai fa menzione di Gemma Donati. La moglie. Da cui ha avuto almeno tre figli… La moglie, viva, non è soggetto che ispiri la poesia. Appartiene alla monotonia dell’esistenza ordinaria…
“Eccerto… Te la vedi co’ i bigodini in testa, e te rompe i m**** perché stai fori fino a tardi con gli amici…mejo l’amante… Almeno te diverti ”
La glaucopide lo guarda furente
“Tanto tu non corri rischi. Solo una scema integrale potrebbe mettersi con uno come te…” il Boro abbassa gli occhi… Forse è meglio fare finta di nulla e tirare avanti.
Nella poesia, nella letteratura in genere, l’amore è sempre…adulterio. E la Donna amata, vuoi in modo puro platonico, come nello Stil Novo, vuoi desiderata con passione sensuale, come nella poesia di D’Annunzio, è sempre altra. Una meta cui anelare. Spesso irraggiungibile. O anche una preda, ardua da cacciare. Come in Ovidio, che, in fondo, è la radice di tutta la poesia d’amore…
“OK prof…ma come la mettiamo con il non desiderare la donna d’altri? La chiesa in questo…” sorrido.
La chiesa riprende in realtà il comandamento biblico. E la religione ebraica è normativa. Come l’Islam. Tende a fissare regole di comportamento morale, su cui deve fondarsi il vivere sociale. E l’adulterio, il desiderio per la donna d’altri, è un fattore che turba la società… che genera disordine.
Solo che la poesia, anzi, più concretamente, i poeti non sono mai (o quasi) modelli del perfetto cittadino. Sono, interiormente, dei ribelli, tormentati, inquieti… E desiderano sempre ciò che non hanno. O che non riescono ad avere… Desiderano l’ignoto. L’impossibile. Il mistero. Le cose facili, la vita comoda, non è cosa per poeti. Ma per impiegati al catasto.
Ridono. E intanto suona la campanella. Le vacanze iniziano. Ma, la mora, ovviamente…
“Ma lei prof, ha mai desiderato la donna d’altri?” lo sguardo è sempre più malizioso…
Certo… sempre. Anche se non sono un poeta. L’erba del vicino è sempre più verde…
Ride.
“Buona Pasqua prof.”
Buona Pasqua ragazzi…