Un’idea, un concetto, un’idea, finché resta un’idea è soltanto un’astrazione. Se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione..
Bei tempi quando l’immenso Gaber, con Luporini, potevano discutere sulla trasformazione delle idee in azione. Averle, adesso, tutte quelle idee! E pensare che c’era il pensiero.. Sempre per citare Gaber. Ora le idee sono diventate un orpello inutile. Anzi fastidioso. C’è il pensiero unico obbligatorio. Basta e avanza. Pensiero unico, disinformazione unica. Si può far finta di avere opinioni differenti solo sulle squadre di calcio. Purché poi si ammetta che gli arbitri hanno sempre ragione anche quando hanno torto.
Poi, però, arriva qualche iniziativa controcorrente ed i Gramellini di turno si sentono spiazzati. Tanto da non essere neppure in grado di leggere un invito, una locandina. Magari fatta male, ma comprensibile persino da uno studente della terza media con difficoltà a confrontarsi con un testo in italiano. Servirebbe solo evitare la malafede. Troppo difficile per Gramellini. Che non è in grado di distinguere l’atto fondativo di un movimento dalla tavola rotonda che accompagna l’iniziativa.
Una tavola rotonda con nomi sconvolgenti per il giornalista del Corriere. Così sconvolto da non essere in grado di compiere una verifica – un tempo obbligatoria prima di pubblicare ogni articolo – che gli avrebbe permesso di scoprire che Alemanno e Rizzo, i nomi che tanto lo hanno turbato, si erano già incontrati e confrontati ad ottobre in Trentino. Per discutere di Cina, invitati da Daniele Lazzeri, presidente del think tank Il Nodo di Gordio, diventato ora Fondazione. E sempre Lazzeri, a luglio, aveva invitato Moni Ovadia (altro nome che infastidisce Gramellini) per un confronto sulla geopolitica delle religioni con rappresentanti islamici e cattolici.
Dunque le idee esistono, sopravvivono. Magari in una valle del Trentino. Dove ci si confronta sui migranti senza timore di smentire le sciocchezze sui blocchi navali o sulla necessità di nuovi schiavi. Dove gli intervenuti hanno idee, anche discordanti, e non etichette di partito. Dove le vignette del “cattivissimo” Krancic (un tempo un mito della destra prima di RimbanBiden) accompagnano gli interventi di avvocati con posizioni opposte.
Un crogiolo di idee, di proposte, di iniziative. La dimostrazione che esistono luoghi dove il pensiero esiste ancora. Però, sfortunatamente, è un pensiero libero e che non può essere acquistato per quattro noccioline da un qualunque partito in cerca di una proposta da far propria. Ma, essendo un luogo di pensiero libero, può favorire l’incontro di persone libere. Quelle poche che ancora sopravvivono in Italia.