Una crescita leggermente superiore all’1% sarebbe stata comunque un fallimento totale. Un nanosviluppo. Adesso, però, da Bruxelles arrivano previsioni peggiorative. Ma la differenza è solo fuffa. Utile esclusivamente per polemiche tra inutili partiti. Che la stagnazione sia basata su un finto progresso dell’1,2% o su una finta crescita dello 0,9%, non cambia nulla: l’Italia è in crisi e spreca le poche risorse a disposizione per mantenere un criminale a Kiev e per obbedire ad un nemico dell’Italia e dell’Europa come Biden.
Idee zero. La produzione industriale in frenata perché il mercato domestico non può reggere con inflazione alle stelle e salari (e pensioni) che non crescono con la stessa velocità. Ma la famiglia di governo dice che va bene così. Che la qualità si paga e se non hai soldi non compri. Infatti il ceto medio non compra e le industrie riducono la produzione. In prospettiva ridurranno anche i dipendenti, ma i lavoratori non avranno neppure la possibilità di ottenere un incarico da lady Garbatella: non sono parenti, dunque si arrangino.
Se non funziona il mercato interno, le industrie dovrebbero vendere sui mercati internazionali. Peccato che la geniale politica delle sanzioni contro la Russia, imposte dal padrone statunitense, abbia portato a rincari assurdi del prezzo dell’energia e, di conseguenza, anche dei trasporti per spostare la merce. Mentre i concorrenti che non si sono trasformati in maggiordomi di Biden hanno prezzi di gas e petrolio inferiori ed aumentano la competitività.
Ovviamente il discorso è troppo complicato per chi vuole un’Italia di poveri che fruga nei cassonetti per mangiare meglio di chi ordina caviale e champagne al ristorante. Ed è troppo complicato anche per gli amici della famiglia di governo, quelli che pagano una miseria per ottenere la concessione di una spiaggia e poi mandano in miseria i clienti con prezzi assurdi. Quando avranno finito di depredare la clientela, finirà anche il contributo estivo al PIL nazionale.
Nel Paese dei furbetti va bene così. Ma in questo modo non si creano le condizioni per lo sviluppo e neppure per la difesa dell’esistente. Di questo dovrebbero discutere nelle riunioni di famiglia al governo.