Nonostante l’annata migliore degli ultimi dieci anni, la Ferrari esonera Arrivabene: il team principal del cavallino rampante lascia, così si legge nel comunicato stampa ufficiale, “di comune accordo” con casa madre.
Ovviamente si sa che il divorzio non è stato consensuale ma casa Elkann Agnelli ci tiene alla forma e allo stile e pertanto il comunicato stampa di congedo testualmente recita:
“Dopo quattro anni di impegno e instancabile dedizione Maurizio Arrivabene lascia la Scuderia. La decisione è stata presa di comune accordo con i vertici dell’azienda dopo una profonda riflessione in relazione alle esigenze personali di Maurizio e a quelle della Scuderia. A far data da oggi Mattia Binotto assume il ruolo di Team Principal della Scuderia Ferrari. A Mattia continueranno a rispondere tutte le funzioni tecniche”.
La realtà però è assai diversa, TUTTI si aspettavano o meglio speravano di vincere il campionato e di vedere trionfare il cavallino rampante che da troppo tempo si era limitato ad essere un animale di solo blasone.
Purtroppo bisognava trovare un capro espiatorio e “iron mike” non poteva essere risparmiato, quando le cose non vanno come si spera una “testa deve saltare” e in questo caso, nonostante l’inatteso endorsement del gelido Raikkonen che aveva definito Arrivabene come l’uomo giusto per portare la Ferrari dove merita, è stata recisa quella del buon bresciano.
Mike ha pagato l’inesperienza di un ambiente delicato e che bisogna conoscere a fondo per non esserne fagocitato e una gestione “scoordinata” dei piloti che non ha saputo concentrare le forze in una sola direzione, eppure non si possono scaricare le colpe tutte solo sull’ormai “ex” Team Principal.
Forse infatti la Ferrari non ha fatto altro che seguire il corso avviato dal compianto “super” presidente Marchionne il quale aveva individuato come faro della scuderia il tecnico Mattia Binotto.
La scelta di un personaggio come Binotto, certamente grande conoscitore del mondo F1 e delle dinamiche Ferrari ma vergine dal punto di vista delle dinamiche politiche, organizzative e strategiche del team, lascia irrisolte molte problematiche e del tutto imprevedibile il ruolo che la Ferrari avrà durante il prossimo campionato.
Certamente il cavallino per ritornare ad essere rampante dovrà trovare quello che più di ogni cosa è mancato quest’anno: la compattezza di squadra.