Domenica 8 Maggio. Festa della Mamma.
E qui, sinceramente, devo premettere una cosa. A me queste “feste” della mamma, del papà, dei nonni…per non parlare di altre celebrazioni, ricordo, memoria e simili… non sono mai piaciute. Più esattamenteu mi sono sempre suonate come moneta falsa. Perché sono feste artificiali. Costruite in astratto. E spesso per ragioni commerciali.
Le vere feste sono, o meglio erano ben altra cosa. Dei momenti, nel corso dell’anno, in cui il tempo degli uomini, quello ordinario, veniva sospeso. E faceva irruzione un altro tempo. Quello degli Dei.
Questo il senso dei Giorni Fasti nel Calendario della Roma Antica. Una tradizione sapienziale di cui possiamo ancora ritrovare traccia nel progetto, incompiuto, degli Inni Sacri di Manzoni.
Comunque, per la, cosiddetta, Festa della Mamma, si è ritrovata una connessione con il Mese Mariano. Maggio, mese sacro alla Vergine Maria Mater Dei. E, quindi, Mamma per eccellenza.
Culto, per altro, che si è, armonicamente, sovrapposto, a quello di Maia. Per i romani sposa di Vulcano, il Fuoco creatore, e Dea della fertilità. Quindi Grande Madre per eccellenza.
Sincretismo armonico. Ché i cristiani riconobbero nella Madre di Gesù i tratti dell’antica Dea. Come se una profezia, una lunga attesa si fosse, finalmente, inverata.
La nostra, attuale, Festa della Mamma avrebbe, dunque, molto più senso di tante, moderne, celebrazioni completamente campate in aria. Prive di fondamento alcuno. E, in buona sostanza, inventate per il giubilo di fiorai e cioccolatari. Che, comunque, anche in questa
occasione fanno affari d’oro…
Nulla di male. Tutti devono campare. E di questi tempi, con le decisioni del Governo dei Migliori, ben venga che almeno qualche commercio abbia un minimo di respiro.
Tuttavia, quello che mi risulta insopportabile è la melassa sentimentale di questi giorni.
Provate a dare una scorsa ai Social. E tutto un inno alla mamma. Pubblicazione di poesie (alcune anche molto belle), foto di famiglia, ricordi. Nonché di mamme che si auticelebrano, abbracciate, in pose affettuose, con i loro pargoli. Più o meno cresciuti. E più sono cresciuti, più palesemente in imbarazzo nel doversi prestare a tali, pubbliche, esibizioni di amore materno…
Beh, che c’è di male? dirà prontamente qualcuno. La mamma è la mamma. E per noi italiani, poi…e giù a sciorinare tutto il più, trito e vieto, repertorio dell’Italico mammismo. Quello, per esempio, che, in questi anni, ha permesso a tanti di celare la loro personale vigliaccheria. Dicendo: io giro con due mascherine, sono favorevole al lockdown, all’imposizione dei vaccini…perché ho la mamma. Devo tutelare la mamma che è anziana, fragile… Poi, magari, la mamma la tenevano rinchiusa in una RSA. E già prima del Covid andavano a trovarla sì e no una volta al mese…
Certo, mica siamo tutti così…ma quelli che, nelle occasioni deputate, ci tengono tanto ad ostentare i loro nobili sentimenti…beh, mi fanno pensar male. Che è cosa brutta, bruttissima. Però, in genere, si indovina.
E non parliamo, poi, delle pubbliche esibizioni di amore materno su certi Social. In particolare Instagram, il più amato dai giovani, certo. Ma anche da esibizionisti e narcisisti di ogni età. E di ogni sesso.
Qui vedi mamme in aperta competizione con figlie ventenni. Che abbracciano amorevoli. Con visibile imbarazzo delle ragazze a fronte degli abbigliamenti delle genitrici. Che non sembra proprio ispirato all’austera Madre di Gorkij.
Scollature abissali. Scosci vertiginosi. Occhi assassini. Labbra tumide (e per lo più rifatte)…
Sono le stesse panterone /milfone, come le chiamano i miei coatti grandi estimatori della specie, che affollano i Social tutto l’anno. In reggicalze, guepierre, stivali alla Sacher Masoch e simili. Che, per un giorno, si vestono (si fa per dire) da mamme… Per restare ancora al centro dell’attenzione. E partecipare dell’entusiastico mammismo italico.
Detto tutto… Anzi, no. Perché mi balza agli occhi una notizia poco enfatizzata. Amazon, il colosso delle vendite online, avrebbe promesso un premio di ben 4.000 euro – non poco, visto gli standard di sfruttamento del lavoro – alle dipendenti che decidono di non portare a termine la gravidanza. Ovvero di abortire.
Poche e scarne reazioni dalla gerarchia cattolica, a quanto mi consta. In tutt’altre faccende affacendata, per dirla col Giusti, a queste cose è morta e sotterata…
Ora, io mi auguro che la notizia non sia vera. Una fake. E che venga smentita.
Tuttavia, mi pare, purtroppo, credibile. Va perfettamente nella direzione di una certa concezione del lavoro e dei diritti dei lavoratori propria del turbo – capitalismo. Non turba le femministe. Alle quali preme il diritto di aborto. Non quello alla maternità.
E poi realizza il progetto, incubo, di questa (pseudo) élite malthusiana che domina il mondo economico. Riduzione, radicale, delle nascite. E della popolazione mondiale.
Insomma, mentre sui Social si fanno tante storie per la Festa della Mamma, vi è chi alla Mamma la festa pensa di farla sul serio. Eliminandola. In modo definitivo.