Siamo prossimi alla fine del Mondo. Profeti più o meno improvvisati, (pseudo) veggenti, visionari, esegeti da scuola serale della Bibbia, seguaci di variopinte sette esoteriche, gli immancabili Testimoni di Geova e apocalittici vari, tutti concordi. Nell’annunciare, con strenua e stentorea voce, l’imminenza della fine dei Tempi… utilizzando, naturalmente quelle nuove piazze che sono i Social. Le piazze di un Paese che non c’è… i luoghi privilegiati della alienazione.

Oddio (invocazione quanto mai opportuna)… mi vedo costretto ad ammettere che, questa volta, più di qualche buona ragione sembrano averla. La peste – ancorchè anch’essa virtuale e montata mediaticamente – c’è stata. Ed ha infuriato quasi per un triennio. Distruggendo più la psiche che i corpi. Alienando totalmente relazioni sociali e familiari. Impoverendo sotto il profilo mentale oltre che economico.
Ed ora… la guerra. Presente e incombente. Minacciosa. Con il rischio costante di un suo dilatarsi, tracimando in un conflitto globale.
Insomma, tutti i segni che i Quattro Cavalieri stanno galoppando…
Dunque, che la Fine sia prossima, tutto sommato, sarei portato a pensarlo anch’io. Soprattutto guardando gli occhi di coloro che governano il Mondo. Vuoti come quelli di zombie drogati di certi “politici”. Accesi dalla luce fanatica di una pretesa onnipotenza, nello sguardo di finanzieri e potenti che agiscono (ormai neppure tanto) dietro le quinte.

Però, dissento su cosa si debba intendere come Fine del Mondo.
Perché, vedete, l’immagine che ne abbiamo mi sembra inficiata da un pregiudizio storicista. La Storia è una, e una sola. Procede in modo lineare. E quando ha fine… non resta più nulla. Senza rendersene conto, i nostri Apocalittici ragionano come Fukuyama e i loro “nemici”. Ma se ci liberiamo, per un momento, di tale pregiudizio – che, in fondo, è vecchio appena di un paio di secoli – e se andiamo a guardare indietro con occhi non obnubilati, ci accorgiamo come il Mondo sia finito già più di una volta.
Pensateci un po’… gli esempi sono numerosi. Il crollo dell’Impero Romano d’Occidente. Se leggerete il “De reditu” di Rutilio Namaziano, vi accorgerete che il poeta – forse l’ultimo grande poeta latino classico – non sta descrivendo soltanto vicende tragiche cui assiste nel suo viaggio. Sta assistendo alla Fine del Mondo. Del suo mondo. Quello che era stato per molti secoli l’unica, indiscutibile, realtà.
Nel 2004, Claudio Bondi ne ha tratto un film “De reditu – il Ritorno”. Un capolavoro. Chiaramente ignorato da tutti. E passato in RAI, terzo canale, all’una di notte. Andrebbe fatto vedere nelle scuole. Insegna, sulla storia, più di tante chiacchere vane.
Comunque il Mondo finì davvero. Ma non si estinse la storia. Cominciarono nuove storie, nuove civiltà… i regni barbarici. Il medioevo cristiano. Il Rinascimento…

Non è l’unico esempio. L’invasione delle Orde Mongole fu, a occidente come ad oriente, un’autentica Apocalisse. Fine di civiltà millenarie. Distruzioni. Massacri.
Ma dalle ceneri di quel Mondo, sorse un nuovo Mondo. Nuove civiltà.
E non mi addentro a parlare dei racconti sulla leggendaria Atlantide… sul continente di Lemuria… sul mito orientale di Mu. Che hanno nutrito i capolavori della letteratura Fantasy del ‘900. Da Tolkien ad Howard.
L’uomo ha sempre avuto questa idea della Apocalisse. Una fine drammatica del Tempo. Che, però, porta ad una rigenerazione. La filosofia dell’India ne ha tratto speculazioni estremamente raffinate. Il concetto di Mavantara, cicli di manifestazione, intervallati da Pralaya. Annichilimento e sospensione.
Ed è sostanzialmente analogo il mito norreno del Ragnarrok. Dopo il Crepuscolo degli Dei, e la distruzione della Terra e di tutti i Mondi, ci sarà una nuova Terra e nasceranno nuove stirpi di Dei e di uomini.
Il problema è come concepiamo il Tempo. L’idea storicista ci porta ad una concezione lineare. Progressiva, che però corre, inevitabilmente, verso l’abisso e il Nulla.
La visione antica è, invece, circolare. Il mondo si avvia alla fine. Ma dopo che questo Tempo si sarà del tutto consumato, la Ruota comincerà un nuovo giro.
È l’Araba Fenice che risorge dalle sue stesse ceneri.
Che il nostro Mondo corra verso la fine è, dunque, cosa assai probabile. Di questo vi sono tutti i segni. Il totale degrado dei costumi. Il degenerare della vita politica e religiosa. Il relativismo nichilistico e, sempre più, volgare.
Finirà. Deve, inevitabilmente, finire… Ma non così come ci aspettiamo, probabilmente.
Non con due Angioloni con le trombe in bocca – come scrive il Pascarella – e una voce tonante che risuona: Sotto a chi tocca!
1 commento
Complimenti x l’articolo. Non ho capito però una cosa: Perché mettere i Testimoni di Geova tra i catastrofisti che annunciano la “fine del mondo” come qualche cosa di terribile e da temere? I Testimoni ne parlano annunciandola come una “buona notizia” (Matteo 24:14”).
Del resto anche nell’articolo si concorda che non si deve aspettare una fine totale del mondo come una catastrofe che distruggerà l’umanità, infatti verso la fine si legge:” Finirà. Deve, inevitabilmente, finire… Ma non così come ci aspettiamo, probabilmente”.
Quel “probabilmente” lo si può cambiare con un “certamente” dal momento che la Bibbia (testo al quale fanno sempre riferimento o Testimoni di Geova) non parla della fine totale dell’umanità in seguito alla distruzione della terra come pianeta, ma di un “termine del sistema di cose”.
Ed è anche logico che sia così Dio non deve distruggere la terra per eliminare le spaventose condizioni in cui essa si trova. Non è la terra a causare i problemi che oggi affliggono la società umana. Le persone ne sono responsabili, specialmente coloro che hanno poco o nessun riguardo per il Creatore e per le sue leggi. Sono loro che rendono la vita su questa terra un incubo per tanti. Dio però non deve distruggere la terra per toglierli di mezzo.
I discepoli di Gesù gli fecero una domanda: La troviamo in Matteo 24:3 che dice: “Dicci . . . quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo?” (Traduzione Bibbia di Garofalo)
Altre traduzioni della Bibbia ci aiutano a capire che la parola greca tradotta “mondo” (aiòn) usata in questo versetto non si riferisce alla terra letterale o all’universo materiale. Varie versioni della Bibbia traducono questa espressione “fine dell’età”, “fine dell’èra” o” termine del sistema di cose”
Perciò anziché prevedere un olocausto nucleare o una simile disintegrazione dell’universo materiale, pianeta Terra incluso, la Bibbia ci insegna che sarà il sistema di cose malvagio che c’è sulla terra ad aver fine all’improvviso. Esso include tutte le forme di corruzione, falsità e ipocrisia ora esistenti, siano esse politiche, commerciali o religiose. Tutta la degradazione e l’immoralità, tutta la malvagità e tutti gli uomini empi esistenti sulla terra a quel tempo saranno tolti di mezzo con la forza.
Nell’ultimo libro della Bibbia; Rivelazione o Apocalisse leggiamo: “Ed egli (Dio) asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più lutto né lamento né dolore. Le cose di prima sono passate”. (capitolo 21 verso 4) E non è questa una “buona notizia” per le persone oneste e sincere di questa terra? Altro che catastrofe. Grazie per lo spazio