Ma come sono avanti questi adolescenti e questi giovani d’oggi che, incuranti di tutti i pregiudizi, arrivano a casa con gli occhi truccati e le unghie smaltate (i maschi) e con i capelli rasati (le femmine)! Oddio, è difficile credere ancora alla dura lotta contro i pregiudizi dal momento che la maggioranza di governo vorrebbe mandare in galera chi si azzarda a criticare il look dei presunti trasgressori protetti dallo stato e indottrinati da tv ed influencer.

Il peggio, però, non è rappresentato da questi ragazzi. E neppure da un giornalismo che, quotidianamente, fa comprendere perfettamente le ragioni di una crisi irreversibile del sistema dell’informazione di regime.
No, il peggio sono i genitori. E non perché tendano sempre a giustificare e ad esaltare qualsiasi scemenza dei pargoli. Ogni scarrafone.. Ma perché, evidentemente, questi padri e madri hanno gravissimi problemi di memoria o hanno avuto delle giovinezze estremamente infelici. Tralasciando, ovviamente, la totale ignoranza di un passato anche abbastanza recente.

Prima di esaltare, sui social, il coraggio innovativo delle nuove generazioni, gli orgogliosi uomini e donne del presente potrebbero farsi una cultura con le immagini di Woodstock, dell’isola di Wight. Potrebbero guardarsi le foto degli hippy, abbigliamento ed acconciature dei figli dei fiori, e non soltanto negli Stati Uniti.
Troppo lontano nel tempo? Ed allora i cappottoni maxi di pelliccia (anche sintetica per non spaventare gli animalisti) per i maschi. Che li indossavano per essere in linea con la moda imperante e non per sfidare i pregiudizi che consistevano – allora come ora – in qualche sorriso per strada o in una battuta degli amici al bar.
I fans del Ddl Zan non hanno mai saputo che gli orecchini per i maschi non sono una invenzione di qualche cantante stonato ma risalgono a qualche generazione passata? Proprio a quelle generazioni a cui appartengono i genitori così orgogliosi dei figli trasgressivi. E per restare nella trasgressione in ambito musicale, David Bowie non frignava perché a qualcuno non piacevano trucco ed abbigliamento. Renato Zero era in netto anticipo, e con una maggior qualità musicale, rispetto ad un Achille Lauro qualunque.
Macché, tutto rimosso, tutto cancellato. A forza di cancel culture i politicamente corretti si sono davvero convinti che la trasgressione sia iniziata ora. E non rappresenti una costante della Storia. I legionari fiumani di D’Annunzio, gli scapigliati, la jeunesse dorée in epoca rivoluzionaria, sino ad arrivare a Dioniso, a Bacco, passando per gli infiniti episodi in ogni cultura narrati, su Electomagazine, da Andrea Marcigliano. Erano epoche in cui i trasgressori rischiavano ghigliottina, forca, scure. Non il carcere per chi critica l’eroica trasgressione attuale.
D’accordo, la cancel culture ha azzerato tutto questo, ma gli esaltatori dei figli pseudo trasgressivi, che giovinezza hanno avuto? Mai ubriacati con gli amici? Mai superato i limiti di velocità? Mai sciato in fuori pista quando era vietato? Mai andati in due sul cinquantino o anche solo in bicicletta? Mai andati in giro con un vestito che non rispettasse i canoni imposti dai propri genitori? Mai aggiustato un pallone con la mano, sperando che l’arbitro non vedesse, in una partita di calcio? Mai sfidato i propri padri e madri per i capelli troppo lunghi, per le collane troppo strane, per gli orari non rispettati?

È ovvio che ex giovani di questo tipo siano convinti, ora che sono diventati genitore 1 e genitore 2, che indossare una giacca rosa da parte di un ragazzo sia una dimostrazione di coraggio e di libertà e non una semplice scelta estetica. Ed è altrettanto ovvio che, con queste premesse, l’Italia non abbia alcun futuro.