E che ha detto mai il povero Gérald Darmanin, ministro degli interni del fallimentare governo di Parigi? Una banalità, una ovvietà: Giorgia Meloni non è capace di affrontare l’invasione di clandestini. Lo sanno perfettamente anche gli italiani, senza bisogno di un Darmanin qualunque. Lady Garbatella aveva promesso il blocco navale e si è ritrovata con il quadruplo degli sbarchi rispetto al passato. D’altronde, poveraccia, i suoi datori di lavoro e di idee a Washington non sono stati molto più brillanti nell’affrontare l’immigrazione clandestina negli Usa. Se il riferimento di Meloni, Tajani e Piantedosi è Kamala Harris, non è che ci si possa illudere sui risultati.
E poi Darmanin bisogna capirlo. Anche il primo maggio più di un milione di francesi sono scesi in strada per protestare contro la riforma delle pensioni. Ed i sondaggi rilevano che più di metà della popolazione dell’Esagono vorrebbe che le proteste proseguissero ed anzi si intensificassero. Non basta che i giudici transalpini rifiutino la possibilità di far svolgere un referendum sul tema. La Francia è contro.
Inoltre i ripetuti insuccessi in politica estera non aiutano Macron sempre più Micron. Malissimo in Africa, inesistente altrove. Ha provato ad uscire dalla squallida masnada dei maggiordomi di Biden, ma è stato subito richiamato all’ordine dalla governante Ursula von der Leyen. Dunque, per distogliere l’attenzione dai fallimenti non resta che l’Italia ed il suo clamoroso fallimento nella gestione dei clandestini. Che, indubbiamente, pesano anche sulla Francia poiché coloro che sbarcano in Italia sognano di raggiungere un Paese dove i salari siano decenti. I lavori sottopagati e super sfruttati li facciano gli italiani.
Tutto vero. Però Darmanin dovrebbe provare ad affrontare i problemi francesi più urgenti. A partire dalla repressione contro le proteste. Violenze delle forze dell’ordine ed arresti di massa. In perfetto stile Mac-Mahon. È vero che può godere del silenzio italiano, su questo fronte. Perché la gauche caviar italiana è sempre dalla parte di Macron e il destracentro fluido ha il terrore sia di Mélenchon sia di Le Pen. Però il pessimo Darmanin non dovrebbe approfittarne. Per un briciolo di buongusto. Ma essendo totalmente privo di charme è costretto a sbraitare.