Libertà, t’ho voluto bene
Ed insieme a te volò la bella età
Ma poi ti dissi: “Amica, sei condizionata
Da quella volta, bella mia, ti sei negata”
Stefano Rosso è stato ampiamente dimenticato dal panorama musicale italiano che si esalta per rumori corporali e banalità politicamente corrette. La libertà non rientra tra queste. Anzi, ormai la libertà è stata considerata qualcosa da cancellare, da “condizionare” come cantava Rosso. Lo si è visto nella reazione isterica alla notizia dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk. Non proprio un nazista, l’imprenditore sudafricano. Neppure in versione “nazista dell’Illinois”.
Eppure il suo annuncio ha sconvolto le anime belle dell’intero universo atlantista. Carola Rackete, nientepopodimeno, ha annunciato che si cancellerà da Twitter. E invece di sommergere la signora Nessuno con uno tsunami di “chissenefrega”, si è subito assistito alla chiamata alle armi di tutto il mondo radical chic, immediatamente seguito dai politici che sono espressione di questa congrega di parassiti. E dall’Unione europea, altra accozzaglia perniciosa, è arrivato l’avvertimento a Musk: “Non ci provare o ti cancelliamo!”.
Già, non ci provare a far cosa? Ad eliminare la censura, a restituire Twitter alla libertà di pensiero e di espressione degli utenti. Non si può, la libertà è ormai severamente vietata. Se non pratica la censura, Twitter non ha più il diritto di esistere. Perché il Ministero della Verità vigila, come nei peggiori incubi di Orwell e del suo “1984”.
Per il momento solo chi è in cerca di visibilità e di riconoscimento da parte della gauche caviar ha annunciato che seguirà l’esempio dell’inutile Rackete. Ed allora è scesa in campo Repubblica, il quotidiano degli Elkann/De Benedetti. Con Giuditta Mosca che ha pubblicato i consigli per dare addio a Twitter. Comprensibile. Se sulla piattaforma di Musk cominciassero a comparire informazioni vere e scomode, gli organi del Ministero della Verità non riuscirebbero più ad arrestare la già grave emorragia di lettori. E la Verità ufficiale rischierebbe di essere messa in dubbio. Il potere stesso inizierebbe a traballare.
Non si può più tollerare un pensiero libero, una posizione libertaria che consente il confronto aperto, anche lo scontro. Che lascia agli individui il diritto di scrivere anche sciocchezze, anche idiozie. Che saranno comunque meno sciocche e meno idiote delle ordinanze che vietavano di passeggiare da soli nei boschi per paura del virus cattivo. Libertà anche di mentire, con menzogne meno gravi e meno pericolose rispetto a quelle dei governi di Washington e Londra per scatenare la guerra contro l’Irak per inesistenti armi chimiche.
Ma i cialtroni che vogliono seppellire a vita, in carcere, Assange per aver raccontato la verità sulle porcate statunitensi, non possono tollerare che esista un social dove qualcuno scriva informazioni e pareri non approvati dal Ministero della Verità.
Libertà, come sei invecchiata
Quando passi non ti riconosco più
Libertà come sei cambiata
Quasi, quasi penso che non eri tu