“Però i cinque stelle e il terzo polo hanno perso più di noi”. Di fronte a questa profonda analisi, in stile Asilo Mariuccia, di una esponente del Pd, si comprendono perfettamente le ragioni del crollo elettorale della sinistra nel suo complesso. Mancava solo il “ciccia ciccia ciccia” ed il quadro sarebbe stato perfetto. Non che ce ne sia bisogno: le ragioni del disastro sono evidenti a tutti, tranne che ai leader della gauche débâcle.
Gli italiani vogliono risposte sul lavoro e la sinistra risponde con il bacio tra Fedez e un essere fastidioso a Sanremo. Gli italiani non vogliono la guerra e la sinistra – in ottima compagnia, peraltro – risponde con la liberalizzazione della droga. Gli italiani vogliono vivere tranquilli quando escono di casa e la sinistra risponde con leggi che lasciano in libertà i delinquenti che assalgono donne isolate e ragazzini.
Insomma, gli italiani cercano qualcuno capace di governare e come risposta si ritrovano la Cirinnà che blatera di Sanremo. Inevitabile il fallimento nelle urne. E all’orizzonte non si scorge nemmeno un tentativo di invertire la rotta. Strategia non pervenuta ed alleanze a geometria variabile che si trasformano in sconfitte generali. Si perde in alleanza con i 5 stelle, si perde in accordo con Calenda e Renzi.
Mai, però, un briciolo di autocritica sulla mancanza di un programma che vada al di là della tutela dei vizi privati, ignorando completamente i diritti sociali. Ed anche l’egemonia culturale non funziona più. La noia mortale incrociata con la faziosità assoluta entusiasma un numero sempre più ridotto di italiani. Credibilità zero, fascino zero, interesse zero.
È vero che il destracentro non offre risposte molto migliori. Che confonde il diritto al lavoro con il dovere di accettare di essere sfruttati. Che sul piano culturale evita accuratamente di fare proposte, che non si muove per cambiare le leggi in modo da tutelare le vittime di scippi, violenze, rapine. Ma, in realtà, il voto per il destracentro è soprattutto un voto contro il pensiero unico obbligatorio imposto dalla sinistra.
Quanto al Terzo polo calendiano e renziano, non sfonda perché i due leader sono spocchiosi ed il progetto politico è troppo legato agli interessi degli oligarchi. Non si capisce perché gli sfruttati dovrebbero votare per gli sfruttatori. Come non si capisce perché si dovrebbe votare per il partito che ha portato al governo Toninelli, Azzolina, Giggino e gli altri disperati in cerca di un reddito.