Ci aveva provato, Paolo Damilano. Mal consigliato da chi, evidentemente, conosce poco Torino e per nulla i giornalisti di servizio, aveva provato a puntare tutto sul suo ruolo di candidato civico, indipendente dai partiti che, pure, sono chiamati a sostenerlo.
Non è bastato. La campagna mediatica contro di lui è iniziata ugualmente. Bisogna fermare Damilano e le destre. Non si può consegnare Torino alle destre. Sempre i soliti slogan. La fantasia al potere non fa parte del bagaglio culturale di chi sogna di indossare sempre le mascherine rimanendo legato alle catene da schiavo.

Perché, al di là degli slogan per terrorizzare gli elettori, bisognerebbe spiegare quali sarebbero le conseguenze per la città di un eventuale successo di Damilano e delle famigerate destre.
La Busiarda, che si fa interprete di questo terrore, si immagina Augusta Montaruli in giro per Torino con scarponi chiodati? Fabrizio Ricca che va nei parchi a smontare gli accampamenti abusivi? Carlo Giacometto che imita Brumotti per smascherare gli spacciatori?
Oppure lo stesso Damilano che va a battere i pugni sul tavolo alla riunione dei tavoli per la sicurezza pretendendo che i cittadini torinesi vengano difesi da quelle istituzioni che mantengono con le proprie tasse?

Che poi, sarebbe così tremendo eliminare gli spacciatori? Restituire ai legittimi proprietari le case occupate abusivamente? Impedire che le strade ed i portici si trasformino in dormitori per clochard? Combattere l’illegalità e rilanciare il lavoro? Promuovere iniziative culturali non riservate ai soliti, e noiosissimi, nomi?
Evidentemente sì, per La Busiarda. Evidentemente sì, per tutti coloro che hanno approfittato di questa situazione, arricchendosi e garantendosi posizioni di potere ai danni dei torinesi.