Si è conclusa da pochi giorni, a palazzo Ducale di Genova, la mostra dedicata a Pieter Paul Rubens.
Quando Rubens giunse a Genova, per la prima volta, nel febbraio del 1604 all’età di 27 anni, le famiglie più in vista erano i Pallavicini, Serra, Spinola Grimaldi e i Doria. Andrea Doria sarà ammiraglio di Carlo V nel 1528.
Rubens, poco più che ventenne, con la sua arte e cultura promossa con i modi e l’aspetto da gentiluomo, fu subito conteso dalle grandi famiglie per eseguire i ritratti di nobili e gentildonne che testimoniassero l’importanza delle famiglie aristocratiche.
Famoso tra tutti il ritratto equestre di Giovanni Carlo Doria, 1606, esposto alla galleria nazionale di Palazzo Spinola.
Splendidi i ritratti delle dame genovesi, note per la loro bellezza aristocratica: tra queste citiamo, Veronica Spinola, Violante Maria Spinola Serra, Giovanna Spinola, tutte immortalate in costumi impreziositi da galloni di fili d’oro e ricami di perle e pietre preziose.
Anche se l’abito è rigorosamente nero, secondo i dettami della corte spagnola, non sfugge la luminescenza dei dettagli che illuminano la beltà delle dame ritratte; il costo di questi abiti aveva cifre impensabili, pari al costo di armare una nave..
Nel 1604, Marcello Pallavicino, religioso appartenente all’ordine dei gesuiti, commissionò a Rubens di dipingere la pala d’altare con la circoncisione di Gesù nella Chiesa del Gesù, tipico esempio del barocco genovese, collocata a fianco di palazzo Ducale; vi si trovano altri grandi capolavori come il Miracolo di Sant’Ignazio, voluto nel 1606 da Niccolò Pallavicino fratello di Marcello.
A palazzo Bianco si trova invece il ritratto di Venere e Marte, opera della maturità di Rubens, appartenuto alla collezione del Doge Giovanni Francesco Brignole Sale e donato in seguito nel 1889 da Maria Brignole, duchessa di Galliera alla città di Genova. I Palazzi dei Rolli, destinati all’ “ospitaggio” (rollo, nome del registro in cui venivano elencati) erano, all’inizio del 1600, essenzialmente collocati nel centro storico, (attualmente sono 42 come indicati dal sito Unesco, non tutti visitabili in quanto molti sono abitati da privati) successivamente, per dare spazio alle nuove famiglie emergenti di banchieri e armatori, venne costruita la “Strada Nuova”, voluta dall’aristocrazia genovese tra la seconda metà del cinquecento e la prima del seicento, nel periodo del massimo fulgore del Repubblica di Genova. Qui sorsero palazzi spettacolari, come palazzo Rosso e palazzo Bianco, ora sedi di mostre e visite culturali.
Non è noto a tutti che Rubens, incantato dalla bellezza dei palazzi nobiliari genovesi, scrisse ed illustrò con prospetti, piante e sezioni, il libro “Palazzi di Genova”, pubblicato nel 1622, per mostrare ai suoi concittadini di Anversa lo splendore di quelle dimore, caratterizzate da ampi scaloni, saloni affrescati e arredi sontuosi con cortili, loggiati e grotte con fontane tipiche dell’architettura barocca.