La Germania ha un’idea di “atlantismo” molto diverso da quello italiano. Il governo di Sua Divinità Mario Draghi – ma l’opposizione su questo non si distingue neanche un po’ – ha scelto il ruolo di zerbino. Gli ordini di Washington non si discutono. Mentre Angela Merkel segue una strada molto “italiana”: si portano a casa i risultati che si vogliono, anche in contrasto con gli Usa, ed agli americani si promettono interventi di sostegno per le politiche di Washington, ma poi lasciando che le promesse non si concretizzino.
Gianni Bonini, senior fellow del think tank Il Nodo di Gordio, intervenendo all’annuale incontro di studio in Trentino ha sottolineato come gli interessi di Biden nello scontro con la Cina siano diametralmente opposti a quelli di Berlino. Dunque il “permesso” concesso da Washington per l’ultimazione del gasdotto North Stream 2 tra Russia e Germania in cambio di un sostegno tedesco alla politica statunitense sia, in sostanza, un bluff.
Perché il gasdotto sarebbe entrato in funzione con o senza il consenso americano. La Germania lo voleva e, dunque, lo ha realizzato. In cambio Angela Merkel ha promesso di continuare a fare pressioni totalmente inutili sulla questione della Crimea. Putin ignorerà le pressioni, Angela non insisterà più di tanto e, in autunno, uscirà definitivamente di scena.
Bonini, però, ha ampliato lo sguardo alla Cina. Biden vuole una collaborazione tedesca, e di rincalzo europea, per creare una sorta di blocco all’economia di Pechino. Angela può anche prometterla, ma sapendo perfettamente che la ignorerà lei, la promessa, ed ancor di più i suoi successori. Berlino ha bisogno di intensi rapporti commerciali con la Cina. La Germania vende le tecnologie avanzate, indispensabili a Pechino, ed incassa denaro fondamentale per l’economia tedesca. Denaro con cui, i tedeschi, acquistano anche merci cinesi. Ovvio che nessuno, a Pechino ed a Berlino, voglia mettere in crisi queste relazioni. E se Biden protesta, chissenefrega. Tutt’al più il nuovo cancelliere tedesco farà qualche dichiarazione politicamente corretta e poi tutto proseguirà come prima.
E l’Italia, in tutto questo? Resta al guinzaglio di Biden, evitando di pensare al proprio futuro. Accontentandosi delle briciole americane nella consapevolezza che il “Sistema Italia” non è assolutamente in grado di competere. Perché le eccellenze, che in Italia non mancano, non rappresentano un “sistema” ma solo casi specifici di imprenditori capaci e vincenti. E la politica internazionale non si fa con i casi isolati.