La guerra contro la povertà è finita. I poveri l’hanno persa. In fondo è questa la tesi di “Dominio”, il libro di Marco D’Eramo pubblicato da Feltrinelli. E la conferma arriva dal ricchissimo finanziere Warren Buffet: «Certo che c’è la lotta di classe: ma è la mia classe, la mia classe ricca che la sta conducendo, e la sta vincendo». Senza più un briciolo di pudore nell’ostentare non solo il successo ma la stessa guerra contro chi è in difficoltà.

In guerra, e in amore, tutto è lecito. Persino che i complici dei vincitori vengano reclutati tra i sudditi sconfitti. Come nel caso di Buffet e di tutti gli speculatori trionfanti. Perché sono le vittime che – seguendo le indicazioni della disinformazione imposta dai vincitori – hanno trasformato gli speculatori in filantropi. E guai a pensare che i vari Soros e compari non si battano per il bene dell’umanità. Così mentre i sudditi applaudono, i finanzieri si arricchiscono ulteriormente sulla pelle degli sconfitti. E lo ammettono pure, anzi lo ostentano. Perché tanto i sudditi sono così asserviti da negare persino di aver sentito o letto le dichiarazioni di Buffet.
Vincono, i ricchi, imponendo il pensiero unico obbligatorio che nasconde ciò che è più scomodo e crea realtà false e parallele. Con una borghesia mondiale che è la prima colpevole. Perché si illude di scaricare i costi di questa guerra sui più poveri, salvandosi in qualche modo. Ed invece proprio la borghesia è l’obiettivo di questa guerra, perché conserva una ricchezza complessiva che fa gola agli speculatori mentre i più poveri servono unicamente come massa di manovra, come braccia da sfruttare.
Mentre la borghesia asservita è fondamentale sia come cuscinetto tra i ricchi ed i poveri, attutendo le tensioni, sia come fornitrice di idee, di cervelli, di servizi di qualità ma sottopagati.

Dove il marxiano D’Eramo sbaglia è nell’individuazione della sinistra come soggetto sconfitto in quanto dalla parte dei poveri. Mentre è vero il contrario. Basti considerare la situazione italiana, con la sinistra, in tutte le sue forme, schierata con i poteri forti e contro i sudditi italiani. Non soltanto per gli arresti domiciliari che affossano le partite Iva e l’economia nel suo complesso. Ma anche e soprattutto perché veicola il pensiero unico obbligatorio imposto dai Buffet, dagli Zuckerberg, dai Soros. Vietato contestare le multinazionali, vietato difendere gli italiani. Vietato esprimere opinioni non politicamente corrette.
Complice, non vittima, la gauche caviar, la sinistra radical chic sostenuta dai suoi organi di informazione.