Uno dei rari vantaggi nel diventare vecchi è la possibilità – se si ha la schiena dritta e non si ha il terrore di ogni stormir di fronde – di fregarsene di obblighi, convenzioni e doveri sociali. Si può dire ciò che si pensa senza badare alle conseguenze professionali, famigliari, di relazioni pubbliche. In realtà uno come Franco Cardini, il maggior medievista italiano, non ha mai avuto particolari remore nell’apparire scomodo. Ma ora non si limita a raccontare la verità nei suoi libri o nei suoi (lunghi) articoli giornalistici. Ora sfida, in tv, le orde di giornalisti famelici e politicamente corretti.
Uno spettacolo, il Cardini televisivo. Che se ne frega dei tempi, che si diverte ad imbarazzare gli altri ospiti con dotte citazioni che mettono in evidenza l’altrui ignoranza. Con analisi che spiazzano i luoghi comuni di chi nulla sa ma ripete gli slogan preparati dal padrone. E pazienza se, poi, i conduttori gli tolgono la parola, se gli altri ospiti alzano la voce per coprire la saggezza e la preparazione dello storico. Lui li osserva sorridendo della loro arroganza.
Se poi si ha la pazienza di leggere gli interventi di Cardini pubblicati sul suo blog, allora si ha la possibilità di imparare molto. Tutto ciò che, in termini storici e geopolitici, viene nascosto dai media di regime sempre più disgustosi, sempre più falsi, sempre più servi.
A maggior ragione in questa fase di conflitto che non è soltanto tra Russia ed Ucraina ma che è una guerra voluta dai burattinai di Biden per ridimensionare la Russia, annichilire l’Europa ed intimorire la Cina. Una guerra – scrive Cardini – che Biden è disposto a combattere sino all’ultimo ucraino, sino all’ultimo russo, sino all’ultimo europeo. Amara ironia, tragicamente reale. Ma val la pena leggere il professore toscano anche nei passaggi che ricostruiscono la nascita dell’Ucraina, i suoi rapporti con la Russia e la Polonia, la cattiva coscienza europea nella guerra di Crimea a cui partecipò anche il Regno di Sardegna. Con conseguente creazione del “mostro zarista”.
Non farebbe male ai seminatori di odio antirusso, in parlamento e nei media di regime, una veloce lettura dei passaggi di Cardini a proposito dell’amore del popolo russo nei confronti dell’Italia, in particolar modo quella mediterranea. Difficile da far comprendere ai cialtroni che hanno vietato le conferenze su Dostoevskij, che hanno cacciato musicisti e cantanti russi, che hanno insultato ed anche aggredito uomini e donne colpevoli di aver origini russe. Difficile da far capire a chi, per obbedire al burattino di Washington, ha fregato barche e ville dei russi colpevoli di amare le vacanze in Italia dove hanno creato centinaia di posti di lavoro.
Putin non può certo vincere la guerra in cui lo ha trascinato Biden, ma l’Ucraina questa guerra l’ha già persa e l’Europa la perderà, diventando una insignificante appendice dell’impero statunitense in declino.