La guerra degli euroburocrati (ed euro cialtroni) contro il vino potrebbe rappresentare il primo banco di prova del “patto del Quirinale” siglato da Macron e Sua Divinità Mario Draghi. Perché la porcata di Bruxelles è diretta, principalmente, contro Italia e Francia, maggiori produttori di una bevanda che rappresenta anche una tradizione culturale e colturale. Ma gli euro cialtroni colpiscono anche Spagna e Grecia, Germania e Slovenia.
E sono gli stessi cialtroni che, invece, hanno dato il via libera all’utilizzo delle larve nell’alimentazione. I vermi sì, il vino no. Allora, forse, non si tratta della solita miope manovra dei Paesi nordici che hanno imposto i succhi di frutta senza frutta, la cioccolata senza cacao ed il formaggio senza latte. Si va oltre. Si punta a distruggere ogni elemento identitario per ridurre l’Europa ad un mero mercato a disposizione delle multinazionali americane. Quelle delle biotecnologie, della farmaceutica, dell’alimentazione, dell’intrattenimento, della distribuzione.
I nemici dell’Europa non sono i sovranisti, immancabilmente atlantisti e di fatto ininfluenti, ma gli euro cialtroni che, attraverso gli euroburocrati, smantellano tradizioni, culture, idee e lo stesso senso dell’Europa. In fondo sovranisti ed euro cialtroni sono perfetti alleati. Tutti schierati contro un ruolo politico del Vecchio Continente e tutti schierati a favore delle imposizioni statunitensi. Le uniche differenze riguardano immigrazione ed Islam.
I sovranisti sognano un’Europa wasp anche nei Paesi latini, con le popolazioni locali asservite ai padroni anglosassoni. E dove non ci sia posto per chi arriva da Sud, soprattutto se islamico. Gli euro cialtroni puntano invece ad una immigrazione incontrollata per distruggere più facilmente l’identità europea e rendere il Vecchio Continente una sorta di gigantesco Portorico a disposizione di Washington. Strategie diverse per arrivare al medesimo obiettivo finale.
La battaglia del vino si chiuderà, magari, con un compromesso che permetterà ai sovranisti di salvare la faccia e che comporterà il cedimento su altri fronti. D’altronde, tra iniziali squilli di trombe di guerra e opportuni silenzi finali, Bruxelles ha già fatto passare una serie impressionante di porcate contro le radici europee. Passo dopo passo, per imporre la Coca Cola al posto del vino. Che gli americani continueranno a produrre ed a bere. Gli europei no. Ma solo per il nostro bene e la nostra salute.