C’è ancora qualcuno che pensa che in Italia i medici siano troppi? A smentirlo è lo stesso Istituto Superiore di Sanità, che sul suo sito internet ufficiale ha creato un’apposita sezione dedicata a smentire le fake news che circolano tra la gente
Sul sito si rammenta che “dal 1999, in Italia, l’ammissione al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia è riservata ai vincitori di un apposito concorso pubblico (regolato dalla legge del 2 agosto 1999, n. 264, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.183 del 06-08-199). Il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – continua la nota – stabiliscono, congiuntamente, il numero di accessi alle Facoltà di Medicina e alle Scuole di Specializzazione in base ai fabbisogni espressi da regioni e province autonome. Questo sistema dovrebbe garantire che i medici formati nel nostro Paese siano sufficienti a sopperire le richieste della popolazione”.
Ma l’efficacia di tale provvedimento viene immediatamente smentito dallo stesso Istituto allorché afferma che “la maggior parte dei medici che lavora per il nostro Servizio sanitario nazionale andrà in pensione nei prossimi 10 anni (62% dei medici di medicina generale o di base, 58% dei pediatri di libera scelta); per questo, nel prossimo futuro potremmo non averne abbastanza per sopperire alle necessità di salute della popolazione residente nel nostro Paese”.
Si tratta di un allarme davvero preoccupante, se a lanciarlo è il massimo organo governativo italiano in fatto di salute pubblica. E non basta a smorzare le preoccupazioni l’affermazione che conclude la nota, allorché si afferma che “nonostante le difficoltà […] le istituzioni stanno avviando anche un processo di riforma del percorso di formazione medica, proprio per rispondere meglio alle necessità di salute dei cittadini”.
Considerato che uno studente in medicina impiega circa dieci anni a formarsi tra studi universitari e tirocini si corre il serio rischio che fra pochi anni i medici di base siano ampiamente insufficienti.
Che cosa faremo? Li importeremo dall’estero?