La leggenda del Minotauro è sicuramente una tra le più affascinanti dell’antica Grecia. Figlio del Toro di Creta e di Pasifae, regina di Creta, il Minotauro era un essere feroce, con il corpo di un uomo e la testa di un toro. Scopriamo di più della mitica leggenda che da secoli accompagna le culture europee.
cos’e’ il minotauro
Il Minotauro è un essere ibrido, metà uomo e metà toro, appartenente alla mitologia greca. Il Minotauro aveva il corpo umano ed era quindi bipede, ma presentava comunque gli zoccoli, una folta pelliccia bovina oltre che una coda e una testa di toro. La sua ferocia si collegava al fatto che egli fosse del tutto guidato da un istinto animale, avendo la testa e quindi il cervello di una bestia. Il Minotauro è, come accennato, figlio del Toro di Creta e di Pasifae, regina di Creta. L’animale nasce per volere di Poseidone, il dio del mare, che intendeva punire Minosse, il re di Creta. Minotauro è una parola composta dal prefisso minos ovvero “re” e dal suffisso taurus ovvero “toro”.
la leggenda di teseo e il minotauro
MINOSSE E LA SUA RICHIESTA A POSEIDONE
Il vero padre di Minosse era Zeus, non Asterione, il Re precedente. Anche per questo Minosse non era ben visto dagli abitanti della città di Creta, che avrebbero preferito un discendente diretto del vecchio Re. Minosse, quindi, preoccupato della situazione, chiese a Poseidone di inviargli un toro come testimonianza dell’approvazione degli dei nei suoi confronti. Minosse avrebbe inoltre promesso di sacrificare l’animale in onore del dio. Poseidone acconsentì e donò a Minosse un elegantissimo e maestoso toro bianco. Affascinato dalla sua virtuosità, Minosse decise di non rispettare l’accordo e di sacrificare un altro toro. Il Re dei mari se ne accorse e per punirlo decise di far perdutamente innamorare Pasifae (moglie del Re) dell’animale.
L’AMORE TRA PASIFAE E IL TORO BIANCO DI CRETA
Il toro e Pasifae, di nascosto, riuscirono ad accoppiarsi e dalla loro unione nacque la figura del Minotauro. Minosse, certo della pericolosità della creatura ibrida, decise di farlo rinchiudere in un gigantesco labirinto: quello di Cnosso, costruito da Dedalo, famoso architetto e scultore.
LA MORTE DI ANDROGENO E IL SACRIFICIO DEGLI ATENIESI
Durante i giochi di Atene, Androgeno, figlio di Minosse, morì per mano degli abitanti della città, in quanto aveva ottenuto molteplici vittorie e secondo gli ateniesi aveva quindi disonorato il loro popolo. Creta ai tempi era sottomessa ad Atene e per questo, Minosse, infuriato anche della morte del figlio, decise che ogni anno 7 fanciulli e 7 fanciulle ateniesi sarebbero dovuti essere sacrificati e dati come pasto al feroce Minotauro, che si cibava infatti di carne umana.
la sconfitta del minotauro da parte di teseo
Un anno però, Teseo, figlio del Re ateniese, decise di offrirsi come volontario. Il destino per lui sembrava essere già segnato, se non fosse che Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, si innamorò del ragazzo. Poco prima di entrare nel fatidico labirinto, quindi, Arianna diede un gomitolo (il famoso “filo”) a Teseo, oltre che un’affilata spada per sconfiggere ed uccidere definitivamente la mostruosa creatura. Teseo, arrivato di fronte al minotauro, riuscì ad ucciderlo e grazie al filo donato da Arianna, riuscì anche a ritrovare l’uscita. Teseo tornò così ad Atene e portò con lui anche la ragazza, abbandonandola però poi dormiente sull’isola di Nasso.
l’abbandono di arianna
I motivi di questo abbandono sono poco chiari oltre che controversi. Una versione afferma il fatto che il ragazzo si fosse già innamorato di un’altra donna. Altre leggende sostengono invece che Teseo avrebbe provato troppa vergogna nel portare a casa la figlia dell’acerrimo nemico degli ateniesi. L’ultima tra queste versioni racconta invece di un sogno che fece Teseo, in cui venne intimorito da Dioniso che gli ordinò di lasciarla sull’isola, per poi raggiungerla ancora dormiente e sposarla.
Arianna, quando si risvegliò, impaurita e sola, iniziò a piangere disperatamente. A consolarla venne appunto Dionisio, che le regalò una splendida corona d’oro. Questa corona era stata creata da Efesto, dio del fuoco, delle fucine, dell’ingegneria, della scultura e della metallurgia, per questo amato da tutte le città greche dedite perlopiù ad attività artigianali. La corona, una volta morta Arianna, divenne poi una nota costellazione: quella della Corona.
la morte del re egeo
Poseidone, furioso del gesto di Teseo, scagliò una terribile tempesta in mare. La tempesta ruppe le vele bianche che il ragazzo aveva appeso in segno di vittoria, obbligando quindi Teseo a scambiarle con quelle nere. Il padre del giovane, vedendo in lontananza arrivare la barca con le vele nere e deducendo quindi la morte del figlio, si suicidò gettandosi in mare. Da qui, il mare prese il suo nome: il mar Egeo.
Vi sono anche qui altre due versioni riguardanti le vele bianche di Teseo. La prima afferma il fatto che il giovane fu talmente eccitato dalla vittoria, da dimenticarsi di scambiare le vele nere con quelle bianche. L’altra versione, invece, sostiene il fatto che Poseidone, oltre ad aizzare una tempesta, chiese agli dei di offuscare la memoria del ragazzo, che quindi oltre a dimenticarsi del coraggioso gesto e della fantastica vittoria, non cambiò nemmeno le vele.
significati simbolici e nascosti sulla leggenda del minotauro
La leggenda del Minotauro presenta in realtà molteplici significati simbolici oltre che riferimenti nascosti. Tra questi vi è il fatto che il nome Minosse, ad esempio, non si riferisse unicamente al Re di Creta, ma in generale a tutti sovrani della città. O ancora, il labirinto di Cnosso si dice essere in realtà una metafora dello stupore che i Greci provarono nel vedere le costruzioni Cretesi. La vittoria di Teseo si associa invece all’inizio del dominino e controllo dei Greci sul mar Egeo. Infine, l’animale simbolo di questa leggenda è il toro, poiché animale da sempre divinizzato dai greci. In effetti, il sacrificio del toro è stato praticato in tutta l’antichità. Il toro rappresentava un simbolo legato alla fertilità, alla luna e agli dei più potenti. Soprattutto, esso era il simbolo della rinascita e della salvezza.
LA LEGGENDA DEL MINOTAURO COMPARE ANCHE IN QUALCHE OPERA
Nel dodicesimo canto dell’Inferno, nella Divina Commedia, Dante racconta proprio del Minotauro. Questo essere ostacolò il passaggio a Dante e Virgilio, che però riuscirono comunque a passare. Il Minotauro era posto proprio a guardia del girone dei violenti: violenti che si erano fatti sopraffare dall’istinto animale, a causa del quale commisero i peggiori crimini. Istinto animale che, come già detto, riscontriamo a pieno nella creatura mitologica del Minotauro.
La religione Cristiana considera i crimini causati dall’istinto barbaro e animale, i più gravi esistenti. Questo perché l’essere umano dovrebbe avvalersi della ragione, elemento che lo contraddistingue dall’animale, che invece non ha colpe nel seguire il suo sanguinoso istinto. Possiamo quindi dire che il passaggio di Dante e Virgilio in questo girone simboleggia la vittoria della ragione e razionalità sull’istinto e violenza.
Anche Pasifae, moglie di Minosse e madre del Minotauro, è citata due volte nella Divina Commedia. In particolare, Dante la paragona all’emblema dell’animalità legato al peccato della lussuria.
film e libri che fanno riferimento alla leggenda del minotauro
Vi sono molti film i quali, più implicitamente o meno, fanno riferimento al mito in questione. Tra questi abbiamo la famosa saga di “Hunger Games“. Nei libri e successivamente nei film, i tributi che ogni anno venivano sorteggiati dai distretti di Panem e che erano poi obbligati a partecipare ai crudeli giochi, sono un chiaro riferimento ai tributi inviati da Atene a Creta, destinati a morire per mano del feroce Minotauro.
Anche alcuni libri fanno riferimento alla leggenda del Minotauro: in “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo”, saga letteraria di genere fantasy composta da cinque libri scritti da Rick Riordan, compare proprio il Minotauro, che è il primo mostro che la protagonista Percy dovrà sconfiggere.