La sciatteria è un segnale inequivocabile di un atteggiamento complessivo. E lasciare appeso per due anni un cartello scaduto è la dimostrazione pratica della disattenzione di Gtt nei confronti degli utenti torinesi. Poca cosa, certo, rispetto al costante rifiuto di controllare gli abusivi sulle linee dove le grandi risorse sono in maggioranza. Su quelle linee i controlli si effettuano esclusivamente nelle fasce orarie in cui è possibile imbattersi solo in pensionate italiane.
Ma anche abbandonare un cartello per due anni non è irrilevante. Come se non ci fosse una diversa comunicazione da rendere nota a chi paga ed a chi ne approfitta. Due anni in cui è successo di tutto, anche per il trasporto pubblico locale nel capoluogo subalpino. Si sono ridotte le capienze, una riduzione bellamente ignorata. Sono riaumentate. Sono state cancellate alcune linee, altre sono state modificate.
Però sul tram della linea 9 che ieri mattina, intorno alle 11, procedeva lentamente in direzione San Salvario, il tempo si è miracolosamente fermato al luglio 2020. E suona irrisorio il nome che campeggia in basso sull’avviso: “muoversiatorino”. Chiara dimostrazione della lentezza con cui ci si muove. Piano, pianissimo, praticamente fermi.
Distratti, indifferenti ai sudditi. D’altronde sono serviti mesi e mesi per riuscire a modificare l’annuncio che, a bordo dei mezzi, indicava la fermata Silvio Pellìco. Perché in Gtt tale Silvio Péllico risultava del tutto sconosciuto. Ed ora chissà quanto tempo servirà perché in Gtt si accorgano che i loro lavori del 2020 si sono conclusi da tempo. E che il servizio non solo è stato ripristinato, ma persino prolungato.
Forse si potrebbe assumere qualche controllore dei parcheggi in meno ed un comunicatore in più. Magari con un rapido corso di storia patria per non sbagliare i nomi dei personaggi a cui sono dedicate vie e fermate.