Anche la Cgia di Mestre certifica un dato di realtà evidente a tutti: il motore dell’economia italiana si è spostato dal Nordovest al Nordest, dal vecchio triangolo industriale Milano-Torino-Genova al nuovo Milano-Verona-Bologna. Un’area, quest’ultima, che cresce più della media nazionale e soprattutto più dell’asse Torino-Genova. Ma adesso – assicura Mino Giachino, ex sottosegretario alle infrastrutture e responsabile del settore trasporti per Fdi in Piemonte – la nuova diga di Genova rafforzerà il ruolo del porto ligure e trascinerà la logistica del Nordovest creando decine di migliaia di nuovi posti di lavoro.
Non c’è dubbio che la logistica sia fondamentale per l’economia. Ci sono molti dubbi che, in prospettiva, possa garantire tutta l’occupazione promesse da Giachino. Perché, semplicemente, è un settore in cui l’intelligenza artificiale potrà essere impiegata in modo consistente e sicuramente proficuo. Con la creazione di pochi nuovi posti di lavoro ma con la cancellazione di numerose mansioni che diventeranno obsolete poiché potranno essere svolte senza problemi dalle macchine.
Ciò non toglie che la logistica resti fondamentale. Ma non può avere grandi ricadute sul territorio se il territorio stesso non prova a sviluppare l’intelligenza naturale, in grado di controllare e gestire quella artificiale. In caso contrario il Nordovest si riduce semplicemente ad un’area da attraversare il più velocemente possibile per raggiungere i luoghi dove l’economia si sviluppa davvero. Dove le intelligenze vengono valorizzate ed anche attratte offrendo retribuzioni adeguate ed una vita quotidiana ricca di stimoli. Dove, insomma, le richieste dei lavoratori con professionalità elevate non vengono liquidate con l’immancabile “però costa!”. Dove gli investimenti non vengono confusi con gli sprechi.
Senza dimenticare, inoltre, che Genova è centrale in un’ottica di economia che vede crescere i traffici nel Mediterraneo. Mentre la politica estera dei maggiordomi di Biden rischia di frenare la crescita tra sanzioni imposte a mezzo mondo e nuove alleanze nel Golfo Persico, nel Sudest asiatico, in Asia Centrale, nell’Africa subsahariana ed in quella del Nord. Non bastano le vendite di armi, tanto care al circolo della Garbatella, per sostituire la cancellazione dei rapporti con i Paesi che non piacciono a Washington.