Luci sulle acque. Il lago di Baselga, nel Pinetano, ha riflessi particolari questa sera. Riverberi a tratti cupi, ché in cielo sembra quasi invisibile la Luna. E non si vedono stelle. Il cielo minaccia pioggia da ore. E tira vento. La morsa dell’afa, che fino a ieri si faceva sentire anche qui nonostante l’altitudine portasse sempre un po’ di refrigerio, si è improvvisamente spezzata. E tira un vento fresco. Un vento da Nord. Che increspa le acque del lago.
Eppure i riverberi di luce attraversano tutto lo spazio delle acque. E la sensazione è strana. Anzi, non la sensazione…piuttosto una emozione. Un…rapimento mistico e sensuale.
Ma sì…è Battiato. E non è, solo, una memoria, un ricordo. È la musica di Battiato che aleggia tutto intorno. E si espande sul Lago. E, inevitabilmente, la luce si unisce allo spazio.
Che è il titolo del concerto organizzato da “Il Nodo di Gordio” ” come evento culturale, a fine dell’annuale Wks estivo di studi geopolitici. Perché tali studi non sono, né possono essere, solo politica ed economia. Anzi devono essere anche cultura, arte… bellezza. Perché come scrive Dostoyevsky (posso citarlo direttore? O ci censurano perché è un pericoloso amico di Putin?) è la bellezza che salverà il mondo. E Dio solo sa se questo mondo ha bisogno di essere salvato…
Comunque quest’anno Battiato. Con “Omaggio al Maestro”, il gruppo romano che non è solo la migliore Cover del musicista siciliano, ma anche l’unico gruppo ufficialmente autorizzato a portare in giro la sua musica. E che la, brava e pervicace Catia Borgogno è riuscita a portare qui, in Trentino, nel Pinetano, per la festa del Nodo di Gordio.
A questi, poi si sono uniti, parte dei musicisti della Orchestra Giovanile Trentina, diretti da Andrea Fuoli. E il soprano Katarzyna Medlarska. Sarà proprio la sua voce cristallina e rovente al tempo stesso, a chiudere il Tributo a Battiato. E le note di Alexander Platz scatenano una vera tempesta di emozioni tra il pubblico de La Spiaggia. Il locale sul Lago che ospita il concerto.
Ed è un pubblico folto. Nonostante la, forte, incertezza del tempo. Che continua a minacciare tempesta. Tuoni e lampi all’orizzonte. E, come dicevo, il vento.
Sembra quasi che il Pinetano sia circondato dalla tempesta. Eppure qui non piove. Qualche goccia appena. Ma non basta a spaventare gli appassionati. Giovani e vecchi. Che, a un certo punto, sulle note di “Up patriots” si alzano spontaneamente, e cominciano a danzare. Proprio come danzava lui, Franco Battiato, nelle sue prime, e per altro rare, esibizioni pubbliche. Ruotando su se stesso, come un derviscio.
E vanno così le note, e le parole, del Cinghiale bianco, la Prospettiva Nevskij, gesuiti Euclidei, guardie rosse intorno ai fuochi di bivacco, vecchie con i rosari in mano… Tutto l’universo immaginale, creato dal maestro siciliano. La sua magia. I suoi sogni. I suoi tormenti.
Difficile descrivere le emozioni. Intensa, e corale quella evocata da “Povera Patria”, applaudita nei suoi passaggi più intensi. Ed aspri. Il che potrebbe essere letto anche come il polso di un paese, di un popolo, in questo momento, diciamo così, politico. Ma non è questo il luogo, né il momento…
Poi, vi sono momenti più…personali. Ognuno ha la sua canzone. Per me, forse, “Le stagioni dell’amore”.
E a questo punto, il Direttore farà la sua solita ironia, sulle stagioni per andare a vedere i cantieri e per procurarsi la badante. Preferibilmente Ucraina.
Ma non mi importa. Questa sera tutto è bellezza. E poesia.
Poi, finisce. Le note si spengono, con le luci del palco. La gente defluisce dalla Spiaggia. Più di qualcuno canticchia ancora le parole di una canzone.
Non è piovuto. Gli Dei, o un qualche Dio erano favorevoli.
Sono felice stasera.