Plenilunio di gennaio. La prima luna piena dell’anno. La Luna del Ghiaccio. O la Luna del Lupo.
Perché il Lupo è, per molti popoli, l’animale legato alla Luna. Non solo presso le popolazioni del Nord America, i cosiddetti Indiani, dai quali derivano le poetiche definizioni delle fasi lunari.
Luna del Lupo veniva chiamata anche dagli antichi Sassoni. Che, seguendo Hengist, erano giunti sulle coste della Britannia. Dando inizio a quella conquista da cui nacque l’Inghilterra .
Per altro i Britanni, come tutte le genti celtiche, veneravano nel Lupo l’animale sacro alla Luna.
E, se con un volo vertiginoso verso Oriente giungiamo nelle isole del Giappone, scopriamo che il Kami della Luna è uno spirito che si manifesta in forma di Lupo.
Dunque, la prima Luna piena di Gennaio è sacra al lupo. Forse per una memoria atavica che attraversa tutti i popoli e tutte le culture.
L’immagine è quella di uomini. Cacciatori. Accoccolati intorno al fuoco, in una spelonca. Una grotta, una tenda,, poco importa. Con le donne e i figli.
Fuori il grande gelo. La stagione più dura da superare. Che ancora, inconsciamente, suscita in noi paura. Anche ora che viviamo in case ben riscaldate, e che ordiniamo il cibo già pronto online. Anche ora il profondo inverno, il cupo e lungo gennaio, ci rende inquieti. Soprattutto nella notte.
Quei nostri, remoti, antenati sapevano bene che là fuori, oltre il cerchio del fuoco, incombevano minacce reali. Non paure astratte. Predatori in agguato. Penuria di cibo. E il gelo, più di ogni altra minaccia.
Però nella notte di Luna piena, una notte come questa, sentivano l’ululato dei lupi. Che non era solo un richiamo. O il segno, minaccioso, che il branco affamato era in cerca di preda. Era anche un…canto d’amore. Perché questa, per i lupi, è la stagione degli accoppiamenti.
E quell’ululare alla Notte il loro richiamo. Un canto d’amore alla Luna nel suo, luminoso, culmine.
Il rapporto dell’uomo con il lupo è complesso. Nella realtà, come nell’immaginario. Certo, un predatore. Una minaccia costante per le greggi. Però i popoli di pastori nomadi avevano sempre proprio il Lupo come animale tetemico. Ed erano orgogliosi di definirsi stirpe di lupi. Come Gengiz Kahn, il grande Lupo Azzurro. E i turchi, progenie del Lupo Grigio. Come i Romani…
I lupi sono predatori feroci. Ma vivono in branco. Con saldi legami di solidarietà. E una gerarchia interna che assegna il comando al migliore. Il maschio dominante. Che guida e protegge gli altri.
I lupi in caccia forniscono uno spettacolo straordinario. Sinergia, collaborazione. Nessuno agisce solo per se stesso. E la preda viene spartita. Equamente. Sono un esempio perfetto di comunità. Non una società perfetta, però , dove l’individualità viene annullata nella massa. Quelle sono le formiche, come scrive Jünger. Il sogno, o meglio l’incubo della nostra modernità. E la follia dei nuovi utopisti.
Mi affaccio sul balcone. Fa molto freddo. Neppure i gatti mi seguono. Ma l’aria gelida mi dà una sensazione di pulizia. In una città sommersa dalla sporcizia. Non solo materiale.
I parabrezza delle auto sembrano inargentati. Un sottile strato di ghiaccio. Che splende. Alla luce di questa, immensa, Luna del Lupo.