Capitale dei santi sociali, Torino non trascura neppure l’arte sacra, grazie all’impegno intelligente e professionale di Guido Curto, direttore di Palazzo Madama. E ieri, in occasione della mostra “Una ritrovata Madonna della Fabbrica di San Pietro”, il Palazzo torinese ha ospitato una conferenza di don Luca Peyron – docente di Teologia e direttore della Pastorale Universitaria dell’Arcidiocesi di Torino – che ha ripercorso le ragioni antropologiche e spirituali dell’uso delle immagini devozionali, in particolare l’iconografia della Vergine col Bambino.
Nel corso dell’incontro con don Peyron, gli ascoltatori sono stati invitati a comprendere per quali ragioni nascono le raffigurazioni votive e quale significato esse hanno dal punto di vista non solo religioso, ma anche antropologico e culturale. Da sempre, infatti, l’essere umano usa le immagini della realtà, della sua vita quotidiana, di quanto gli è più caro per esprimere se stesso e in questo filone si inscrive l’arte sacra e segnatamente alcune figurazioni come quelle della Madonna con il Bambino Gesù.
Questi percorsi dell’anima e del cuore, della mente e della cultura cosa possono dire all’uomo contemporaneo, assorbito e spesso sommerso dalle immagini che affollano il nostro quotidiano?
Don Peyron risponde che: “È tra le braccia dell’Amore e solo dell’Amore che possiamo trovare la strada e le ragioni di senso che ci permettono di mettere insieme, tra quelle immagini, la rotta verso una vita che sia piena e non frantumata, che sia capace di stare in questo tempo senza esserne sopraffatti”.
Una risposta al laicismo imperante, al nichilismo dilagante, al politicamente corretto ed al divieto di sempre più numerose opere d’arte che, secondo i controllori del pensiero unico, offenderebbero chi ha provenienze culturali differenti. Mentre, in realtà, i capolavori artistici possono offendere solo chi non ha la benché minima cultura, da qualunque luogo provenga.
Ma sarebbe troppo pretendere che i censori politicamente corretti avessero quel briciolo di cultura per comprendere, ad esempio, Federico II. O per conoscere Dante. Uomini siate e non pecore matte..