La notizia che una famiglia finlandese, dopo tre mesi, se ne è andata dalla Sicilia adducendo come motivazione il pessimo livello delle scuole, sta provocando una autentica tempesta. Sui social, naturalmente…ma non solo.
Da un lato c’è chi coglie il destro per riaprire l’annosa polemica sullo stato delle nostre scuole. Stavolta prendendosela con Draghi, Conte e l’ineffabile labbra di fuoco Azzolina. Che, certo, di colpe ne hanno. E molte. E di idiozie ce ne hanno fatte vedere e, quel che è peggio, vivere a bizzeffe. I banchi a rotelle ne rappresentano solo l’aspetto più eclatante e ridicolo. L’introduzione della DAD è stata cosa ben peggiore. Anche perché ha dato il colpo di grazia ad una categoria, gli insegnanti, già da un bel po’ demotivata …
Ma Conte, Draghi e compari sono stati solo il punto di arrivo di un, purtroppo ben più lungo, processo di incuria e disinteresse per la pubblica istruzione. Una colpa che nessuno dei governi della, cosiddetta, Seconda Repubblica può rifiutare di assumersi. E, per altro, anche molti di quelli della Prima Repubblica. Per tagliare corto: su questo tema i politici, tutti, farebbero bene a tacere. Perché…il più pulito c’ha la rogna.
Poi ci sono quelli, soprattutto insegnanti, che si indignano. Leggendo le dichiarazioni che la madre finlandese rilascia con dovizia, ebbra della improvvisa notorietà. E, forse per una volta, non di vodka (quella finnica, per altro è una ciofeca ).
Comunque la signora mi sembra non abbia spiegato perché diavolo sua figlia frequentasse le scuole in Sicilia. E anche perché ora la felice famigliola progetta di trasferirsi in Spagna. Sempre per motivi didattici.
Ora, prescindendo dalle, evidenti, possibilità economiche dei simpatici finnici (ma perché non iscrivono la figlia in qualche costosissimo Collegio svizzero o britannico?) è evidente che per loro, prima di tutto, viene la ricerca del, sospirato, sole. Altrimenti, perché mai lasciare la loro Finlandia che, secondo, le classifiche dell’Invalsi e di altri (inutili) enti europei è considerato il primo paese d’Europa per qualità dell’istruzione? Perché venire in Italia, per di più nell’estremo sud, e poi passare in Spagna che, sempre in dette classifiche sono fanalino di coda?
Mah….
E qui, però, mi sento obbligato a parlare di tali classifiche, e di dette eccellenze. Che si fondano su dei parametri estremamente opinabili. Ad esser buoni. A non esserlo andrebbero definiti delle colossali c….
Perché tengono conto degli edifici scolastici, delle aule, degli strumenti e laboratori a disposizione. Ma nulla considerano la qualità degli insegnanti e dell’insegnamento. Dando di fatto importanza solo a due materie: informatica, ovviamente. E lingua inglese. Perché altrimenti si rischia che a Londra qualcuno si arrabbi. E ci tolga il saluto…
Orbene, la prima osservazione da fare sarebbe che è certo più facile avere strumenti ed edifici adeguati in una realtà demografica come quella finlandese. Quattro gatti sono più facili da ben amministrare di una mandria. E, se ne volete la riprova, venite a vedere le scuole del Trentino. E comparatele con quelle di Roma.
Poi, magari, si potrebbe malignare su chi, nella Ue, è contribuente netto. Come noi. E chi, invece, no. E si permette anche di pontificare. Ma sarebbe solo tempo perso.
Perché il punto è un altro. A fare una buona scuola non sono le aule ipertecnologiche ed altre carabattole… Sono, o meglio dovrebbero essere gli insegnanti. Con la loro cultura e voglia di trasmetterla. E gli studenti. Con la volontà di apprendere. E, ancora di più, di imparare a pensare …
Un buon insegnante seduto su una pietra dentro a un trullo, e con degli allievi attenti e interessati, fa una buona scuola. Un insegnante ignorante, in un’aula ipertecnologica, con davanti ragazzi annoiati e svogliati, fa una cattiva scuola. Anche se parlano perfettamente l’inglese e sanno navigare in internet. Punto.
E poi lasciatemi dire ancora una cosa in difesa della vituperata Sicilia. E in risposta alla supponente signora finnica. La stessa supponenza che mi è capitato di riscontrare in un ministro finlandese. Che, ai tempi della crisi economica greca, ebbe a dire: beh, per pareggiare i conti, Atene si venda il Partenone. Ogni commento è superfluo.
La cultura non si improvvisa. È frutto di storia e tradizioni. La Sicilia, da sola, ha dato al mondo Pirandello e Tomasi di Lampedusa. La valle dei templi di Agrigento. Archimede, Empedocle, Teocrito…Vincenzo Bellini ed Ettore Majorana…E un filosofo e pedagogista del calibro di Giovanni Gentile…..e potrei continuare a lungo….
La Finlandia? Beh, Sibelius, Mika Waltari…ma lasciamo stare. Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa…
Non nego certo i problemi della nostra scuola. Anzi, più volte ho detto e scritto che la pubblica istruzione è stata, colpevolmente e stupidamente, progressivamente degradata. E, negli ultimi tempi, volutamente uccisa.
Però mal sopporto queste maestrine del profondo nord con il ditino alzato e la puzza sotto il naso, che vengono a farci lezione. Tornino a occuparsi delle renne. Magari tentando di insegnare loro inglese ed informatica.
Alla nostra scuola, e alla nostra cultura ci pensiamo noi…