“Scusi prof.”. Questa volta è un ragazzo. No. Non un coatto. Il tipo fine. Il bello della classe. Suona la chitarra e le ragazze se lo mangiano con gli occhi… Non è scemo, però…
“Ho sentito parlare di una cosa. Su fb. Ingegneria sociale. Mi è quasi sembrato che c’entrasse con l’utopia…. Ma, forse, non ho capito bene…”. No, decisamente non è scemo. Anzi… Forse l’estate è andato a fare il bagno a Lourdes…
Beh, una qualche attinenza ce l’ha. Perché sottintende l’idea di programmare perfettamente l’organizzazione della società. E, ovviamente, gli individui che la compongono.
” Programmare? Come un computer?”
In buona sostanza sì. Perché gli uomini vengono considerati non liberi di operare scelte, bensì condizionabili, sfruttando i loro istinti. E, sopratutto le loro paure.
In classe si è fatto silenzio. E anche quelli collegati a distanza – prodigi della nuova Didattica – hanno spento i microfoni. E sono ammutoliti. O almeno… Magari stanno dormendo. O peggio..
Vedete, l’ingegneria sociale si fonda sul presupposto che l’uomo non sia affatto libero, ma risponda a dei riflessi condizionati dall’ambiente circostante. E, quindi, modificando gli impulsi che vengono dall’ambiente, si può predeterminare il comportamento umano.
“A’ prof. Io nun ce sto a capi’ un c… Nun pò parla’ italiano?” Il Boro, naturalmente. Però ha ragione. Concetti difficili. I termini poco usuali.
Allora vediamo di tradurre in… italiano. In quello che tu credi sia italiano (risate generali. Anche via video. Consolante. Qualcuno c’è ancora…). Dunque, Burrhus Skinner, uno psicologo comportamentista, ha descritto ne” La gabbia ” un esperimento da lui fatto. Con i topi. Ed è una applicazione della teoria dei riflessi condizionati, enunciata all’inizio ‘900 dal medico russo Pavlov. Ma cerco di farvela facile…
Se tu metti dei topi in una gabbia, e offri loro da mangiare due diversi cibi, che so, il parmigiano reggiano e, beh diciamo della cacca… che cosa mangeranno i topi?
“Er formaggio, professo’. So’ sorci, mica scarrafoni…” risata generale.
Certo. Il formaggio, senza dubbio. Ma Skinner collega al formaggio un elettrodo. E quando il topo si avvicina prende la scossa. Così, un poco alla volta, per fame, il sorcio, come dite voi, si riduce a mangiar la… merda. E vai oggi, e vai domani, ci si abitua. E si convince che gli piace, pure…
“Anvedi er sorcio, poraccio… Come se riduce…”
Già… Però Skinerr sostiene che per l’uomo non sarebbe poi tanto diverso. Infatti, in meno di due settimane, scrive un romanzo. Un romanzo utopico, diciamo così… Walden Two. Dove delinea una società perfetta, nella quale gli uomini sono determinati nei loro comportamenti dalla… paura. La paura che è stata loro instillata per costringerli in abitudini e stili di vita che, altrimenti, avrebbero rifiutato con disgusto. Ribellandosi.
“Ma allora è come con Hitler e Stalin…”
Scuoto la testa…
No. Perché qui non c’è uno stato apertamente autoritario che reprime. Non c’è qualcosa, o qualcuno di cui avere concretamente paura… È tutta, diciamo, persuasione psicologica. Tanto che gli uomini si adattano convinti che sia nel loro interesse. Che sia per il loro bene. Mentre sono stati manipolati da un esperimento di ingegneria sociale. Come i sorci nella gabbia… E rinunciano ad ogni libertà. Ad ogni dignità personale. Si riducono a meri strumenti nelle mani di un potere invisibile. Lavorano, producono, non hanno, di fatto, alcuna relazione sociale che non sia predeterminata sfruttando i riflessi pavloviani… E se lo fanno addirittura piacere…
“E questa sarebbe una società perfetta prof.?” una moretta con gli occhi intensi e tristi “A me sembra un incubo piuttosto…”
L’utopia della società trasformata in un meccanismo perfetto è un incubo. È disumanizzante. Riduce gli uomini a insetti. Li sfrutta e li schiaccia…
Silenzio. Profondo. Poi il biondo…
“Ma è comunque un romanzo, no, prof? Qualcosa che non può accadere… Noi non siamo topi…”
Lo guardo e non rispondo.
“A coj***, nun hai capito che questo c’è sta a parla’ dei mascherine e der Covid? E svejate, na buona volta!”
Il Boro c’è arrivato per primo. Non avevo dubbi…