Marco Cimmino, sui social, ha osato ironizzare sul profluvio di “coccodrilli” per la morte di Vialli. I coccodrilli sono quegli articoli che i giornali preparano in anticipo in vista della scomparsa di qualche personaggio più o meno noto. E che vengono periodicamente aggiornati se la dipartita si prolunga nel tempo. Ma ormai, sui social, tutti si sentono giornalisti e di conseguenza non può mancare un post di commiato. Era evidente che l’intervento di Cimmino non rappresentasse una mancanza di rispetto nei confronti del campione di calcio, e neppure verso chi ha sofferto davvero per la sua morte. Ma fosse diretto a chi approfitta di un fatto tragico per far sapere di aver condiviso qualcosa con il personaggio.
Una sorta di sciacallaggio mediatico. Dove ha brillato, e non poteva essere altrimenti, il solito Fedez. Che ha trovato modo di impietosire per la propria malattia approfittando della morte di Vialli. E poi, a cascata, tutti coloro che erano riusciti a farsi un selfie mentre il campione passeggiava, usciva dallo stadio, comprava il pane o si allacciava una scarpa.
Come se la condivisione di un attimo casuale rendesse intimi e, perciò, meritevoli di plauso da parte delle folle social. Come se aver sfiorato per sbaglio Vialli trasformasse il signor nessuno in un Mancini, in un Vierchowod. Da un lato le lacrime, vere e sofferte, di Lombardo; dall’altro il trionfo di chi postava la propria foto mentre attraversava la strada con Vialli. Perlomeno i giornalisti hanno l’obbligo di raccontare qualcosa. Ed i tifosi hanno il diritto di ricordare e di piangere il loro campione. Ma tra chi piange e chi non vedeva l’ora di farsi apprezzare per aver incrociato casualmente il defunto, c’è una notevole differenza.
La morte avrebbe bisogno di rispetto, di raccoglimento. Ed invece si è trasformata in uno squallido show. Se non c’è almeno un applauso ad un funerale, pare quasi che manchi qualcosa. Anzi, che manchi tutto. Ed allora è inevitabile che Cimmino venga sommerso di critiche da parte di chi ha solo queste occasioni per farsi notare.