..E poi arriva una proposta intelligente dalla politica torinese ed invece di accoglierla con un applauso generale iniziano subito i dubbi e le perplessità. La proposta è di Max Casacci, musicista prestato alla politica della Circoscrizione 7. Di fronte alle mai sopite proteste per la mala movida, tra spacciatori di droga ignorati dalla giustizia locale, alcol, vomito, pisciate ovunque, urla infinite e risse per migliorare la situazione, Casacci ha proposto di creare uno spazio per i finti trasgressivi, ricavandolo nell’area del gasometro.
Semplice buon senso, ma così raro nelle file del politicamente corretto. Ovvio che la proposta non entusiasmi i gestori dei locali di San Salvario che vedrebbero svanire la fetta più consistente di una clientela abituata a spendere tanto per una qualità non sempre proporzionale ai prezzi. E lo stesso vale per Vanchiglia o per chi avrebbe voluto essere protagonista del rilancio dei Murazzi.
Molto meno comprensibile la reazione formalmente disponibile ma in realtà negativa dei comitati anti movida molesta. Si attaccano ai tempi inevitabilmente lunghissimi per arrivare alle concessioni ed ai permessi, alle “strutture leggere” ipotizzare da Casacci e che renderebbero inutilizzabile la nuova area nei mesi invernali. Dimenticando, non si sa quanto ingenuamente, che i tempi sono decisi dalla politica e che, se Lo Russo decide di dare il via libera al progetto, la realizzazione può essere veloce se non velocissima. Quanto al freddo che potrebbero patire i “poveri ragazzi” al gasometro, non deve essere molto diverso da quello delle attuali aree dello sballo. E se adesso rappresentano un disturbo per la quiete dei residenti anche in inverno, significa che sostano all’aperto nonostante le temperature rigide.
Piuttosto la sfida di Casacci diventa interessante sotto l’aspetto sociologico. Perché, se funziona, dimostra che i luoghi ed il tipo di aggregazione non hanno nulla di spontaneo ma possono venir decisi a tavolino. “Non luoghi” per il divertimento obbligatorio, in parallelo con i “Non luoghi” dei centri commerciali. In questo senso la proposta verrà boicottata. Per evitare di dimostrare la falsità di un divertimento libero e spontaneo.
Allo stesso modo un successo di Casacci porrebbe una sfida ai gestori dei locali di San Salvario. Obbligandoli a recuperare il sogno svanito dell’ex assessore Sacco che avrebbe voluto trasformare il quartiere nel polo della ristorazione di qualità. In grado di attirare torinesi e turisti. Ma per farlo dovrebbe essere completamente rivoluzionata la politica dei prezzi e l’offerta enogastronomica. Dunque meglio lasciar tutto come è adesso. Mattarella insegna..